Continua la saga del prode difensore della legge Enzo Bucarelli, il pm con l’elmetto che ormai da anni prova a colmare la grande assenza di Padalino e Rinaudo nella crociata contro il Movimento NoTav e i collettivi studenteschi torinesi, sembra sia vicino al trasferimento ad altre mansioni perché indagato per depistaggio e frode processuale.
Per quel che ci concerne la storia di Bucarelli inizia nel 2018, anno in cui inizia a smascherarsi la “cricca dei favori”, ovvero il sistema per cui una cricca di magistrati, polizia giudiziaria, finanzieri e giudici avrebbe fatto in modo di ottenere le indagini che li vedevano coinvolti in reati di corruzione, prostituzione, in cambio di vantaggi personali come cene, week end di lusso, concerti gratis… Nel mirino finisce l’allora pm Padalino, tristemente noto per l’accanimento pluri-decennale contro i NoTav e in generale contro chi a Torino e provincia provava ad alzare la testa e manifestare.
Qui entra in gioco Bucarelli che insieme alla PM Pedrotta in procura prendono il testimone ed impostano l’avanzata di carriera grazie alla crociata contro i movimenti sociali, favorendo procura e questura nel costruire castelli di carta giudiziari, firmando richieste di misure cautelari e chiedendo condanne esemplari per compagne e compagni impegnati nella lotta in Val Susa, nelle esperienze antifasciste universitarie, nei collettivi studenteschi o nella difesa delle famiglie sotto sfratto. Insomma, due pm dediti a criminalizzare i movimenti sociali, molto richiesti dalla questura torinese per avallare le stravaganti trame criminose che di volta in volta inventa per portare a casa qualche misura cautelare.
Peccato che Bucarelli è sotto indagine per aver eliminato delle prove nel caso che vedeva accusato il giocatore del Toro Demba Seck, accusato dalla sua ex fidanzata di aver divulgato alcuni video intimi senza consenso. Dalle indagini sembra che il pm abbia insistito per partecipare di persona alla perquisizione a casa del calciatore per impossessarsi del cd contenente i video in questione e richiederne in seguito la soppressione sostenendo che non erano utili al processo. Sembra inoltre che abbia avvisato lo stesso Seck della perquisizione ed esortato a cancellare i video sul cellulare. La stessa ex fidanzata sostiene di essere stata convinta con l’inganno dal pm a ritirare la denuncia. Ovviamente Bucarelli ha provato subito a giustificarsi sostenendo che si tratta di un malinteso, ma senza convincere la procura generale di Cassazione, competente sui profili disciplinari dei magistrati, che ha chiesto al Csm la sua “sospensione” dalle funzioni.
Come sempre dobbiamo dare una nota di merito alla stampa mainstream, ai vari pennivendoli anche stavolta schierati a favore della magistratura nostrana, i quali hanno subito sottolineato a più riprese le simpatie calcistiche di Bucarelli, lasciando intendere che quel suo essere un “gran tifoso del Toro” possa attenuare le sue colpe. Sia mai che ci si schieri contro le trame e corruzioni di palazzo…
Come abbiamo sostenuto qualche anno fa per la vicenda di Padalino, a noi sembra che questa notizia vada a confermare che le accuse di questi pm, i loro processi, le loro condanne siano evidentemente inconsistenti, risultato di parzialità totale e illegittime e che l’unica cosa giusta da fare sarebbe cancellarle.