Inizia presto la giornata dei no tav domenica 14 gennaio. E’ festa ma non per tutti, non per chi marcerà attraverso il confine e neanche per chi ogni giorno senza i documenti in regola prova a varcarlo. Domenica è una giornata di lotta, ma si sa in val susa anche la lotta può diventare un momento di festa. E’ in programma una marcia sulle nevi tra l’Italia e la Francia, da mesi pericoloso passaggio delle migrazioni interne europee, prima tappa “difficile” dopo le traversate del mediterraneo. Sicuramente il concentramento di partenza a Claviere, comune dell’alta val di Susa al confine con la Francia stona un po’ dagli abituali clichè dello sci di massa e dei grandi villaggi turistici. Ci sono i fornelli in lotta della vicina val chisone che preparano i panini per il viaggio e ci sono i numerosi attivisti della valle di Susa, ci sono i giovani e gli anziani, le bandiere e i foulard, persone di ogni origine provenienza e colore della pelle. Tante, centinaia di persone non disposte a tollerare ciò che sta accadendo.
Da mesi lungo quella che viene chiamata la “rotta delle Alpi” ogni giorno decine di migranti rischiano la vita. Nella neve lungo sentieri difficili cercando di non cadere nella rete della polizia francese. Il gioco della morte si ripete per alcuni anche 7/8 volte. Arrivati a Briancon primo paese francese o anche semplicemente sorpresi lungo la strada vengono caricati su anonimi minibus e riscaricati alla stazione di Bardonecchia, di nuovo in Italia. Ogni sera il soccorso alpino, i comitati e gli attivisti soccorrono persone in difficoltà. Decine gli interventi gravi per ipotermie e i continui ricoveri. Se ad oggi non abbiamo un morto su quei sentieri ( e ci auguriamo di non ritrovarlo in primavera con il disgelo) è solo grazie all’attività strenua e incessante di chi ogni giorno si prodiga per non lasciare da solo nessuno lungo il cammino. La rete Brisier le frontieres sul lato italiano e Tous Migrantes su quello francese. Se invece ogni giorno si rischia l’ennesimo morto (ventimiglia folgorato dai cavi elettrici 14-01-2018 il sedicesimo da quando è stato chiuso il confine) è grazie alle polizia italiane e francesi che su ordine dei rispettivi governi hanno deciso di eliminare il diritto alla libera circolazione.
La giornata è così incominciata, al freddo, almeno 5 gradi sotto zero costanti che accompagneranno la camminata Claviere-Montegeneve andata e ritorno. Ad attendere al vicino confine immancabile lo schieramento misto di polizia italo-francese. Durante tutto il giorno presente arrivando anche alle scaramucce finali, permalosi per alcune palle di neve e infastiditi per la manifesta impotenza. E sì perchè domenica i documenti non servivano per arrivare in Francia e per alcune ore, grazie alla mobilitazione i gendarmi non hanno potuto controllare e impedire il transito a nessuno. Questo il grande obiettivo della giornata, segnalare il problema e porre immediatamente una soluzione di mobilitazione e lotta. Insieme non ci possono fermare.
Curiosi i ragionamenti colti durante la giornata, nonostante il freddo e le sinapsi in difficoltà. Ma come? un confine quello della valle di Susa definito strategico. I commissari straordinari di governo come Virano e Foietta che citano la discesa attraverso le Alpi di Annibale. Buchi di 56 km per far passare con più velocità i treni da Torino a Lione e poi si richiudono le frontiere. Evidentemente come nel progetto tav, i confini e gli spostamenti interessano alle banche e a chi governa. Chi nei territori vuole vivere in pace e serenità e chi li attraversa sono uno scomodo inconveniente da gestire a suon di manganello.
La mobilitazione si è così chiusa con molti pensieri e buoni propositi condivisi con gli amici francesi. Come in mare sulle nostre montagne nessuno deve essere lasciato solo. Questo l’impegno da portare avanti nonostante la fatica di questi mesi. Con tutta la forza della lotta no tav raccoglieremo dunque questo impegno, riempiendo di contenuti questa mobilitazione. Anche sulla neve e oltre il confine A sarà dura!