Pubblichiamo un resoconto del Campeggio No Tav scritto dagli studenti che ci invitano a diffonderlo.
In questi giorni al presidio di Venaus si è tenuto il campeggio studentesco notav, giovani da tutta Italia sono arrivati in Valsusa per contribuire alla lotta contro le grandi opere come la TAV. Creando spazi di socialità, iniziative e assemblee in un luogo come la Valle, vogliamo contrapporci non solo all’inutile dispendio di soldi tolti alla nostra istruzione e sanità, ma anche a quel ritmo incalzante che la società del progresso impone a noi giovani e studenti di cui è simbolo la TAV.
Come ogni anno le forze dell’ordine hanno cercato di intimidirci fin dal mattino del primo giorno, identificando a Porta Nuova e alla stazione di Susa tutti gli studenti diretti al presidio di Venaus.
Il secondo giorno siamo partiti dal campeggio di Venaus per una passeggiata nei sentieri della Valle. Tramite i boschi abbiamo raggiunto Giaglione dove un dispiegamento di Digos ha cercato di rallentarci fermando e identificando tutti gli studenti.
La passeggiata è proseguita senza farsi intimidire da questa ridicola operazione, divisi in gruppi abbiamo aggirato il cantiere da più punti per terminare alla centrale di Chiomonte con un pranzo insieme ai veterani del movimento.
La sera è un stato proiettato ‘Voci dal femminismo’, un documentario girato dai giovani notav.
La terza giornata è stata stata dedicata a un incontro con Eddie e Costanza, due compagne tornate da poco dalla Siria del Nord che ci hanno parlato della loro esperienza.
Abbiamo deciso di organizzare questo momento seminariale perché ci sembra importante a livello studentsco discutere e parlare di quello che sta accadendo in Rojava e nello specifico della lotta delle donne e il ruolo che queste hanno avuto nel processo rivoluzionario.
L’ultimo giorno si è tenuto un secondo momento seminariale: ‘Chi siamo se non produciamo?’.
Un analisi collettiva sulle logiche di produzione e consumo che regolano la vita quotidiana.
Nel pomeriggio il presidio ha ospitato la presentazione del libro ‘Correvo pensando ad Anna’ di Pasquale Abatangelo.
La sera siamo andati alla Centrale di Chiomonte all’abituale apericena ai cancelli. Dopo aver condiviso la cena, é stato tagliato il filo spinato sopra il jesey sul ponte.
Quest’azione dimostrativa voleva rispondere alle molteplici dichiarazioni pubbliche di attuali importanti Ministri, nelle quali si ribadisce che “nessuna opera pubblica può essere fatta con il filo spinato e la polizia”.
Allora questa sera l’abbiamo tagliato noi quel filo spinato che palesa il regime militare operato dalle forze dell’ordine fin dal 2012. Vogliamo dire che non ci interessano le parole al vento di ministri come Di Maio perchè le reti e la polizia stasera c’erano e le loro dichiarazioni vuote non le taglieranno.
Chiaramente la polizia ha risposto con gli idranti ma i no tav non si sono lasciati intimidire da una manichetta d’acqua e hanno risposto con il lancio di fuochi d’artificio.