La partecipatissima assemblea popolare, convocata dal Movimento No Tav per la costruzione della marcia popolare dell’8 dicembre, è iniziata con un abbraccio e un applauso ricco dI emozioni rivolto a Emilio e alla sua compagna di una vita, Marinella, ma anche di rabbia, per ciò che nel primo pomeriggio di ieri gli è accaduto.
100 agenti tra reparti della celere e digos si sono presentati ieri pomeriggio a casa di Emilio scavalcando il cancello per prelevarlo e portarlo in carcere a Torino, in attesa della consegna allo stato francese. “Una cosa aberrante” è stata definita dal suo avvocato, Danilo Ghia, nell’intervento di apertura; il Procuratore Generale Saluzzo ha infatti richiesto un aggravamento delle misure per Emilio, senza alcun presupposto giuridico valido, bensì a causa del presidio di solidarietà organizzato dal popolo No Tav, per sostenerlo in questo periodo così delicato.
Una storia che ci riporta con il pensiero alla vicenda che ha dovuto affrontare Dana lo scorso anno, impossibilitata ad affrontare gli arresti domiciliari a Bussoleno, per il solo fatto che il paese è attraversato e abitato da numerosi attivisti No Tav.
Ed è infatti anche a lei e a tutte e tutti le/gli altre/i No Tav privati delle proprie libertà, che è andato il pensiero di molti degli interventi successivi. Dana, Stella, Fabiola, Eddi, Francesca, Mattia ,Mattia e tanti altri non potranno essere fisicamente con noi l’8 dicembre ma li porteremo sulle strade della Valle di Susa attraverso i nostri discorsi, i nostri scarponi, le nostre bandiere e i nostri slogan.
L’8 dicembre sarà sicuramente un momento per ricordare quello che è successo 16 anni fa a Venaus, ma non potrà che essere nuovamente una grande giornata di lotta.
Le voci che si sono alternate ieri, durante l’assemblea, hanno fatto da eco ai tanti discorsi che in questo periodo si sono iniziati ad imbastire nei vari percorsi di lotta collettiva.
Ci ritroviamo in un periodo che ci vede tristemente sovrastati da un’ennesima crisi dettata dalla pandemia, all’interno della quale chi siede ai vertici del potere non fa altro che redigere provvedimenti che guardano esclusivamente alla propria salvaguardia, ergendosi sopra qualsiasi diritto umano, allargando ulteriormente le lame di quella forbice che divide i ricchi dai poveri.
In un momento in cui la legge è diventata merce di vendita e sopraffazione, che guarda soltanto gli interessi di chi la scrive e la detiene, non possiamo girarci dall’altra parte e fare finta di nulla.
La lotta No Tav, dunque, a partire dalla battaglia valsusina, non può che essere anche una lotta contro qualsiasi tipo di ingiustizia.
Si sono susseguiti interventi, anche di Friday For Future Torino, a sostegno del movimento No Tav quale percorso di lotta alla devastazione climatica, e dei collettivi che hanno organizzato la giornata di sabato del “NO Draghi Day” che si ritroveranno in piazza a Torino contro questo nuovo Governo che sta mettendo in campo provvedimenti a dir poco assurdi e dediti alle banche.
A questo coro determinato di interventi, si aggiungono anche gli amministratori locali che, attraverso una proposta di un consiglio comunale aperto alla fine della marcia, dichiarano che, nel 2021 come nel 2005, saranno presenti alla marcia popolare di mercoledì con le fasce dei comuni perchè ritengono necessario dare un segnale forte, da parte di tutti i territori valsusini, contro quest’opera inutile che è soltanto uno spreco di risorse pubbliche, che dovrebbero essere utilizzate per tutte quelle cose che riguardano i bisogni di tutta la popolazione.
E’ l’esempio del PNRR, che spiegano bene i nostri tecnici illustrando e spiegando il progetto che il commissario Mauceri ha voluto presentare la scorsa settimana alle popolazioni locali, che ci viene venduto come un piano di risanamento delle casse dello stato, ma di fatto è semplicemente l’ennesima iniezione di denaro liquido rivolto a chi questa crisi economica l’ha creata.
Pertanto , questo 8 dicembre sarà una giornata in cui il popolo No Tav dimostrerà, una volta in più, che il Movimento continua la propria battaglia contro quest’opera ecocida e mortifera.
Quest’anno lo farà con un pensiero in più perché non possiamo ignorare quello che da un anno e mezzo ad oggi sta succedendo sul nostro territorio: dall’installazione del cantiere di San Didero all’allargamento del cantiere di Chiomonte, il tutto in piena pandemia, arrivando fino all’arresto vigliacco di Emilio di ieri.
Da Borgone a San Didero saremo con i nostri corpi e le nostre voci per fare pressione su questo nuovo cantiere che ha già iniziato a devastare ettari di Valle. Saremo lì ancora una volta per impedire quest’opera e lo faremo con tutti i mezzi e tutti i metodi, resistendo, se necessario, per altri 30 anni.
In marcia No Tav!