Sono stati giorni intensi, entusiasmanti e necessari. Il campeggio di lotta No Tav è giunto al termine, questa domenica, con una giornata di lavori di montaggio per il Festival Alta Felicità che inizierà il prossimo venerdì.
Dopo il campo ecologico della scorsa settimana, il presidio di Venaus si è reso nuovamente protagonista per il campeggio di lotta, un posto di ristoro e di un ricco confronto politico per le centinaia di persone che lo hanno attraversato in questa settimana, che si sono poi spostate nei luoghi della lotta Valsusina per le varie iniziative in programma.
Questi caldi giorni di luglio sono stati meta non solo di valligiani e valligiane ma anche di molti attivisti e attiviste giunti ancora una volta da tutta Italia e che, dopo il confronto e le discussioni intraprese anche durante la Carovana ambientale per la salute dei territori, hanno visto la Valsusa come una delle mete centrali della lotta e che l’hanno quindi popolata portando un prezioso contributo soprattutto in un momento storico così difficile come quello che stiamo attraversando.
In particolare, la giornata di sabato 24 luglio è stata un passaggio importante di crescita e di costruzione ma anche un momento in cui il movimento No Tav ha espresso con coraggio e determinazione la sua opposizione all’opera attraversando i boschi della Val Clarea e andando a disturbare le truppe d’occupazione “alla moda nostra”.
La mattinata è iniziata con l’assemblea dal titolo “Territori, relazioni e conflitti nella pandemia” durante la quale si sono susseguiti numerosi interventi da parte di tutte le realtà presenti, unite innanzitutto dalla lotta No Tav ma anche dalla volontà di costruire quotidianamente percorsi di lotta nei propri territori con l’obiettivo di trasformare radicalmente il presente che viviamo. È chiaro come il periodo che stiamo attraversando abbia messo a dura prova tutti coloro che si pongano la questione di organizzarsi insieme per lottare ma allo stesso tempo, se la pandemia ha svelato le innumerevoli contraddizioni del sistema capitalista, allora è il momento di capire insieme come cogliere quest’occasione per rompere l’isolamento e indicare nella lotta l’unica possibilità per un vivere migliore e più giusto. Un insegnamento che da anni il movimento No Tav pratica ogni giorno.
Nel pomeriggio un nutrito gruppo di centinaia di No Tav si è dato appuntamento al campo sportivo di Giaglione per la passeggiata verso il presidio dei Mulini. Nonostante il solito jersey a sbarrare il cammino i No Tav hanno percorso i sentieri fino a raggiungere i mulini dove, dopo un momento di ristoro, si è partiti alla volta del cantiere di Chiomonte con l’intenzione di disturbare chi in questi boschi non è il benvenuto. Le forze dell’ordine dall’interno del loro fortino hanno lanciato gas lacrimogeni senza sosta ma i No Tav hanno saputo resistere con determinazione tagliando alcune parti di rete a protezione del cantiere tra cori, battiture e fuochi d’artificio. È stata una lunga notte di resistenza, un forte segnale della voglia di continuare a lottare.
In questi anni sono tante le battaglie che abbiamo dovuto portare avanti, abbiamo dovuto maturare e imparare a rafforzarci per resistere all’offensiva giudiziaria e confrontarci poi anche su un piano, se così possiamo definirlo, più pratico e strategico per mettere in pratica le azioni di disturbo al cantiere di Chiomonte e, ad oggi, anche al fortino di San Didero perché, come abbiamo potuto sperimentare in tutto questo tempo, la controparte vorrebbe materialmente impedirci di attraversare i luoghi storici della nostra lotta. Ma sicuramente ogni strategia messa in campo per tentare di intimorirci, per quanto ci dia del filo da torcere, non mette Governo e Telt nella condizione di vincere ancora oggi dopo 30 anni e questo, possiamo dircelo, è merito nostro. Quello che ci attende è certamente un periodo di confronto poiché tutto quello che stiamo vivendo, dalla pandemia all’emergenza climatica, ci porta necessariamente a discutere per avere una comprensione più ampia possibile di quello che ci troveremo di fronte negli anni a venire.
In continuità con questo, al Presidio di Venaus ci si prepara per la settimana a venire. La seconda edizione del campeggio organizzato dalla rete nazionale di Ecologia Politica dà il via, martedì 27, con assemblee, dibattiti e passeggiate alla scoperta del territorio con la consapevolezza che la cura della natura è oggi fondamentale per la tutela collettiva intesa come pratica di lotta al sistema produttivo ed economico attuale. Il fine settimana sarà animato dal Festival Alta Felicità che, a partire da venerdì 30/07, dopo un anno di pausa a causa della pandemia, torna a dare spazio alla voglia di stare insieme nella lotta e nella festa, sperimentando nuove forme di socialità e musica nella tutela della salute collettiva.
L’estate di lotta continua, avanti No Tav!