Ieri il premier Matteo Renzi non ha fatto visita al cantiere tav di Chiomonte. Lo aspettavano tutti, il cantiere era tirato a lucido, c’erano le televisioni, un numero spropositato di forze dell’ordine, e noi, in buon numero naturalmente.
Le motivazioni addotte sono state di carattere tempistico (deve tornare a Roma subito) e di carattere metereologico (c’erano le nuvole basse e l’elicottero non poteva atterrare), ma il dato di fatto che per ora, Renzi la faccia non l’ha messa.
E’ al quotidiano La Stampa che il premier rilascia un’intervista dicendo: «Sulla Tav si va avanti». Ma non si ferma qui “Mi pare di capire che da parte francese ci sia un problema che riguarda il finanziamento per i prossimi anni – ha detto il premier – ma si procede. Ai confini italiani in questo momento ci sono due grandi opere pubbliche: in Valsusa e al Brennero. La seconda, per altro, è paradossalmente più impattante ma provoca meno tensioni. Io rispetto le posizioni di chi è contrario, almeno fino a quando non sfociano in atteggiamenti violenti contro le forze dell’Ordine, che voglio ringraziare. Anche per questo è mia intenzione andare al cantiere».
Insomma si va avanti ma per il momento dal cantiere non passo, e poi lascia di stucco la dichiarazione nella quale Renzi fa capire che i problemi economici di quest’opera riguardano la Francia, in Italia è tutto ok. Insomma siamo di fronte al solito presidente del consiglio che indipendentemente dal colore politico o dalla modernità che incarna, parla e agisce esattamente come tutti gli altri suoi predecessori.
Quest’opera, continuiamo a dirlo, è inutile ed economicamente fallimentare, son lontani i tempi in cui Renzi aveva un giudizio diverso sulla Torino Lione, ora è necessario garantire la continuità di potere e amicizie economiche e non di rottamare!
Tanto i presidenti del consiglio passano, ma i notav restano e resistono!
Avanti il prossimo!