Continua ad essere il basso tenore morale l’elemento che contraddistingue l’azione della Questura torinese. Alle prime ore del mattino un ingente schieramento di forze di polizia (digos a decine e reparti antisommossa) si è presentato ai presidi di San Didero e di Venaus, oltre che alla Borgata 8 dicembre, antistante il presidio e luogo dove si è appena concluso il Festival.
Perquisizioni atte, con decreto alla mano, a trovare strumenti utilizzati durante le passeggiate del 30 luglio verso i cantieri della devastazione, partecipate da migliaia di giovani e non, determinate a raggiungere le reti dei cantieri.
Svegliata la manciata di attivisti ancora in tenda che riposavano in vista di una giornata di smontaggio di ciò che ancora resta delle infrastrutture del Festival ad Alta Felicità, sono stati tutte e tutti identificati, per dimostrare cosa non è chiaro.
A setaccio quindi container, presidi, cucine e, purtroppo, anche il deposito attrezzi di Fulvio, lasciato intonso dalla sua morte, da cui hanno prelevato tronchesi impolverate ed altro materiale. Dicevamo basso valore morale, ci riferiamo anche a questo.
Visto che i giornali nostrani non sanno fare due più due, o per meglio dire non vogliono farlo per non indisporre i “piani alti”, vi diciamo che l’azione di questa mattina ha un unico nome: rappresaglia.
Rappresaglia di chi (Questura in primis) ha tentato in tutti i modi di impedire il Festival intimidendo il sindaco di Venaus con false accuse ed inutili allarmismi e che da mesi sforna imputazioni inconsistenti con la speranza di compiere qualche disegno più complessivo, partorito da chi il potere lo detiene realmente. Forse la voglia di mettere le mani sui futuri finanziamenti dell’opera alletta particolarmente anche questa squadra di governo, che chiede quindi ai suoi esecutori di avere strada libera in Val di Susa.
All’interno di questo disegno rientra perfettamente l’utilizzo di accuse spropositate (vedi processo per Associazione a Delinquere), tanto (lo sappiamo) un giudice “buono” spingendo i tasti “giusti” lo si trova sempre, idem qualche pubblico ministero desideroso di far carriera.
E non dimentichiamo le persecuzioni a danno dei singoli attivisti, solo ieri Giorgio è stato nuovamente arrestato dopo essere stato sottoposto a fine Giugno alla misura della Sorveglianza Speciale, presa direttamente dall’armamentario repressivo del periodo fascista.
Quello che possiamo serenamente dire è che nulla di quello che possono fare cancellerà la gioia provata da noi e dalle decine di migliaia di persone che per tre giorni si sono prese cura ed hanno amato Venaus e la nostra valle. Possiamo anche dirci che una storia ultratrentennale non ha possibilità di essere svilita da personaggi senza gloria in cerca di notorietà o da politici affamati di visibilità o desiderosi di accontentare qualche lobby del cemento.
Il Movimento No Tav protegge il proprio territorio e promuove ogni azione possibile che possa azzerare le cause dei cambiamenti climatici, forieri di devastazione e ingiustizia sociale a cui inevitabilmente sono condannate miliardi di persone su tutto il pianeta.
Queste è la differenza, tra chi viaggerà sempre a testa alta e chi rimesta nella melma.
Avanti No Tav!