Frequentare i bar di Chiomonte all’ora dell’aperitivo è sempre molto interessante. Si raccolgono informazioni di prima mano sulla vita e l’attività del “carcere-cantiere” della Maddalena. Non solo, ma si raccolgono anche (lasciati sui tavolini) volantini sindacali.
Uno in particolare ha incuriosito. Non solo ha incuriosito i NO TAV ma addirittura il sitav per antonomasia tale Esposito. Naturalmente il “senatore” si è occupato solo di una parte del problema, ovviamente quella che poteva ungere le ruote della grande opera inutile e imposta, non ovviamente l’aspetto che poteva porre problemi sulla legalità di questo magna-magna.
Il volantino sindacale voleva evidenziare il problema dei lavoratori assunti con contratto a termine e licenziati alla scadenza. Prassi che contrasta con il disposto dell’articolo 93 del CCNL edili. E questo è il problema cavalcato da Esposito e dalla FILLEA-CGIL (ovviamente la CISL e la UIL si sono adeguate alle richieste padronali della VENAUS scarl). Interessanti i commenti degli avventori del bar chiomontino: qualcuno diceva che in cantiere la dirigenza ha il terrore che gli operai siano dei NO TAV che si sono fatti assumere per sabotare l’opera e quindi un mese e via; altri dicevano che siccome la VENAUS scarl teme di non riuscire a fare l’opera non vuole avere operai assunti a tempo indeterminato; un altro argutamente commentava che in questo modo poi potevano dire che avevano assunto molti più operai per propaganda, infatti con il turnover messo in piedi di gente nel cantiere ne era passata già un sacco. Poi, come riporta il volantino nella parte che il “senatore” non ha evidenziato (vuoi per ignoranza vuoi per malafede), dicevano che in fondo si trattava di un lavoro e che quindi i “padroni” potevano anche trattarli meglio visto che il clima alla Maddalena è più da caserma di punizione che da cantiere edile.
Questa è la parte del volantino e di quei commenti che più interessano noi NO TAV preoccupati del “bene comune” e delle “finanze dello Stato” che poi sono i soldi delle tasse che ci hanno prelevato. Una battuta buttata lì con leggerezza: “Ma quella cifra è solo il sindacato che la dice e magari esagera…” ha avuto come risposta una levata di scudi in cui tutti dicevano che era il dirigente della VENAUS scarl ad averlo sostenuto in più occasioni. Parole da bar davanti ad un bicchiere di bianco, è vero, ma il volantino della FILLEA-CGIL lo scrive chiaro e tondo.
Ma la delibera del CIPE del 18/11/2010 pubblicata sulla G.U. del 6/4/2011 sancisce:
1. Approvazione progetto definitivo.
1.1. […]il progetto definitivo del «Cunicolo esplorativo de La Maddalena del nuovo collegamento internazionale Torino-Lione».[…]
1.2. L’importo di 143 milioni di euro al netto di I.V.A. costituisce il «limite di spesa» dell’intervento di cui al punto 1.1, inclusivo dell’importo forfettario di 5,5 milioni di euro per l’ammontare complessivo delle prescrizioni.
Ora anche calcolando l’IVA tutta al 21% si raggiunge l’importo di 173 milioni di euro e non 250 milioni di euro. Da dove salta fuori la differenza di 77 milioni di euro (tanto per capirci 150 miliardi di vecchie lirette)? Chi ha garantito alla VENAUS scarl questo “bonus”?
Si ha già la certezza “dell’incidente geologico” che farà scattare una provvidenziale e megagalattica “revisione prezzi”? Forse qualcuno ha già trovato vene amiantifere che verranno pubblicizzate solo a tempo debito per beneficiare di quei 77 milioni di euro in più?
Con tutte le “forse dell’ordine” che ci sono in cantiere, finanza compresa, nessuno si accorge di nulla??? Devono sempre essere i NO TAV a far rilevare questi scandali? La procura della repubblica di Caselli queste cose non le guarda?
Qualcosa in questa faccenda non quadra.