Proteste in aula quest’oggi per la seconda udienza del processo che vede coinvolti 23 No Tav accusati, a vario titolo, di aver partecipato alla giornata di lotta del 28 giugno 2015.
In aula, infatti, oltre alla solita pressante e numerosa presenza di carabinieri, polizia e scorta, uno stuolo di questurini tirati a lucido per sfilare con le loro testimonianze di fronte ai giudici del processo.
La mattinata inizia con una provocazione da parte della polizia quando un operatore della scientifica inizia a riprendere a pochi cm di distanza imputati e pubblico. Sono gli stessi Carabinieri, responsabili dell’aula, a interrogare l’uomo chiedendone le generalità e cosa stesse facendo. Il pronto intervento di uno degli avvocati della difesa che si è rivolto ai giudici, ha fatto scoprire che non erano state autorizzate le riprese per “motivi di ordine pubblico” e pertanto l’operatore è stato allontanato dall’aula. Un fatto di poco conto che però dimostra come nei confronti dei No Tav ci sia la convinzione da parte delle polizia di poter fare qualsiasi cosa, anche in barba alle regole.
L’udienza è quindi proseguita con la sfilata di dirigenti e vice dirigenti della questura, un teatrino piuttosto noioso nel quale sono state sciorinate diverse inesattezze, insieme al vizio dei singoli di gongolare in valutazioni personali e affermazioni “roboanti”, quasi fosse stata quella del 28 giugno per loro, in termini di pericolosità, una giornata degna della battaglia della Somme della prima guerra mondiale.
Abbiamo così scoperto che in quella giornata sono stati lanciati oltre 300 lacrimogeni e preso nota di come alcuni poliziotti che avevano denunciato infortuni con annesse prognosi, al momento della testimonianza neanche se lo ricordavano…
All’ennesima negazione di lanci di lacrimogeni ad altezza uomo da parte degli operatori di polizia, il pubblico No Tav presente in aula ha iniziato a protestare, con il Presidente della corte che ha invitato tutti ad uscire, sollecitando l’intervento dei Carabinieri.
I No Tav , non paghi e volenterosi di continuare a “presidiare” ed eventualmente ribattere alle bugie, sono però rimasti fuori dall’aula tant’è che dopo circa mezzora, evidentemente volendo evitare il loro allontanamento coatto dal Tribunale, sono stati fatti rientrare.
Una giornata in tribunale quindi trasformata in un’iniziativa di resistenza, per non permettere il solito teatrino messo in campo dal dispositivo di “sicurezza” che vorrebbe in quelle aule riscrivere la storia e perché no, lo dicano, mettersi qualche stelletta sulla giacca di rappresentanza.
La vera memoria storica è e resterà quella No Tav, indelebile sui sentieri delle nostre montagne e impressa nei cuori di intere generazioni. Non molleremo mai!
Domani, giovedì 15/02, appuntamento per la terza udienza in aula 45 alle ore 11,30. Portarsi il pranzo al sacco.