Torino, aula bunker carcere delle Vallette.
L’udienza di stamane presso l’aula bunker del carcere delle Vallette a danno dei 52 No Tav per i fatti del 27 giugno e del 3 luglio ha visto, a pochi minuti dall’inizio, l’abbandono dell’aula da parte degli imputati/e a seguito di un comunicato letto nonostante le proteste del giudice.
Ecco il comunicato che riporta le ragioni delle protesta:
“La scelta di spostare il processo in questa aula bunker è in sintonia con l’ondata repressiva sostenuta e legittimata dalla campagna mediatica finalizzata a demonizzare il movimento NO TAV, tentando di indebolirlo e isolarlo dalle lotte che attraversano il paese.
Trasferendo la sede del processo voi state tentando di rinchiudere la lotta NO TAV nella morsa della “pericolosità sociale” e delle emergenze.
Noi invece, rivendichiamo le pratiche della lotta ribadendo le ragioni che ci spingono a resistere contrastando chi vuole imporre il Tav militarizzandola valle con le conseguenti devastazioni umane, sociali e ambientali.
Le nostre ragioni restano vive, e la vostra scelta di trascinarci in questa aula bunker non ci impedirà di portarle avanti.
Per questo oggi scegliamo di abbandonare tutte/i quest’aula, lasciandovi soli nel vostro bunker.
Giù le mani dalla Valsusa!
Ora e sempre resistenza!”
Mentre imputati e pubblico stavano uscendo dal complesso delle Vallette, la polizia ha chiuso i cancelli impedendo così ad alcune decine di No Tav di raggiungere l’uscita (la motivazione pare essere che il giudice abbia chiesto alla polizia di identificare chi aveva letto il comunicato).
A fronte delle conseguenti e legittime proteste, la polizia non ha esitato a caricare il presidio . Qui di seguito il video:
Avevamo già più volte ribadito come la decisione di spostare il processo in aula bunker, riaperto dopo vent’anni solo per i No Tav, abbia un chiaro intento intimidatorio e di criminalizzazione del movimento agli occhi dell’opinione pubblica.
Mentre la carta stampata continua a produrre quotidianamente articoli che denigrano il movimento e millantano grandi lavori di avanzamento dell’opera (cosa che non corrisponde al vero), la risposta quest’oggi degli imputati e di tutto il movimento No Tav spedisce, per l’ennesima volta, indietro al mittente tutte le accuse e trasforma un giorno che sarebbe dovuto essere di ordinaria repressione in un’occasione di lotta.
Ricordiamo inoltre che due giorni fa sono scattate altre due misure cautelari (a seguito delle decine di misure emesse per lo stesso procedimento a inizio dicembre) a danno di due giovani che lo scorso agosto avevano partecipato all’occupazione della Geomont, ditta responsabile della devastazione della valle!