Con il ‘processo compressore’ il Tribunale di Torino ha respinto il reato di terrorismo, e questo lo sappiamo tutti. Ma dalle motivazioni della sentenza oggi scopriamo anche come ha sbattuto la porta in faccia alle richieste di risarcimento danni avanzate dal sindacato di polizia “SAP” e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ricordiamo che il Governo era stato indicato come persona offesa dalla stessa procura di Torino, fanaticamente in cerca di possibili vittime dei No Tav. La Commissione Europea, altra persona offesa inserita nell’elenco dai pm torinesi, aveva subito smentito qualunque interesse nel processo. Il Governo Renzi invece aveva provato a cavalcare quell’accusa gonfiata.
Il Tribunale però in quattro parole smentisce l’esistenza di qualunque danno morale all’immagine allo stato, perché:
-la gravità della vicenda è stata ridimensionata in sentenza eliminando l’ipotesi del terrorismo (restando porto d’armi, danneggiamento, resistenza a p.u.)
-si è trattato di un episodio circoscritto e non di una serie infinita di fatti più o meno rilevanti (le accuse avevano provato a fare un sistemone generale degli ultimi 20 anni di opposizione al TAV, caricando tutto sulle spalle dei 4 imputati del solo fatto del 13 maggio 2013)
-il governo non è stato in grado di provare che questo episodio, ridimensionato, fosse idoneo a comportare “apprezzabili lesioni all’immagine dello stato”, a “ledere la sovranità territoriale” e a “turbare la popolazione italiana”. E per non farsi mancare nulla la sentenza aggiunge: manca pure la prova che questo episodio abbia turbato la popolazione locale.
— Ma come si poteva pensare che i fatti del 13 maggio 2013 avessero creato turbamento ai valsusini…che da più di vent’anni lottano in modo determinato contro il progetto TAV???? —-
Passando al l’organizzazione sindacale i cui delegati applaudono gli omicidi di Federico Aldrovandi, il “SAP”, il Tribunale di Torino nega il risarcimento del danno d’immagine con questa valutazione: se anche fossero stati arrecati danni agli agenti presenti la notte di maggio del 2013 – cosa che non è avvenuta – questi danni sarebbero derivati da un’azione di tutela dell’ordine pubblico, sulla quale il sindacato non ha alcuna ingerenza, e non da una violazione dell’art. 9 dello Statuto dei Lavoratori. Quindi nessuna ricaduta negativa “iure proprio” del SAP.
In definitiva, sentenza molto pesante in termini di condanne ai quattro attivisti No Tav, questa del caso compressore, ma ragionevole su terrorismo e risarcimento danni, perché adotta ragionamenti da ‘persona qualunque della strada’.