Oggi, a firma di tutti i Senatori 5 Stelle, è stato presentato il Disegno di Legge volto ad abrogare la legge 27 Settembre 2002 n. 228 , concernente la “Ratifica ed Esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica francese per la realizzazione di una nuova linea ferroviaria Torino-Lione, fatto a Torino il 29 Gennaio 2001”.
La ragione principale che ci spinge a questa proposta è l’articolo 1 del suddetto accordo che recita ” la cui entrata in servizio (Ndr. della Nuova Linea Torino Lione – NLTL) dovrebbe aver luogo alla data di saturazione delle opere esistenti. Frase assolutamente generica e pertanto intrisa di indeterminatezza.
La formulazione “saturazione delle opere esistenti” fu suggerita dal gruppo di lavoro “Ambiente e territorio” creato dall’allora Ministro dell’Ambiente e volto ad integrare, con altri due gruppi analoghi, la Commissione Intergovernativa Italia-Francia; nel rapporto redatto da tale gruppo erano ben indicate le “preoccupazioni circa l’inutilità del quadruplicamento” della linea a fronte della “debolezza della domanda passeggeri e merci”.
Anche in Francia, nel corso del dibattito parlamentare che precedette la ratifica dell’ Accordo (seduta del 13.2.2002, pag. 1366), si dichiarò esplicitamente che “la saturazione della linea è precondizione indispensabile” ed alle stesse conclusioni giunse anche il Conseil des Ponts et Chaussées, commissione di controllo del governo francese. La debolezza della domanda sulla predetta linea ed il continuo calo dei flussi passeggeri-merci è stato accertato anche da autorevoli esponenti del mondo accademico italiano e dall’Istituto Bruno Leoni. A questo si somma la nota tecnica della Corte dei Conti francese del 1° agosto 2012 che ribadisce l’inesistenza di flussi passeggeri-merci sulla linea Torino-Lione tale da giustificare un costo globale, preventivato dalla stessa Corte dei Conti francese, di 26 miliardi di euro. Ricordiamo inoltre che l’attuale linea, già a doppio binario, è stata oggetto di lavori di riammodernamento con una spesa di circa 400 milioni di euro. Tali lavori, appena conclusi, permettono il passaggio dei profili standard PC45 (profili maggiori non possono percorrere le linee italiane, francesi e spagnole).
Ecco spiegato il motivo per cui gli estensori dell’accordo dovettero utilizzare tale generica formula e come questa abbia poi condotto ad una interpretazione erronea in ordine all’interesse collettivo dell’opera.
Occorre, dunque, considerare che, nella ipotesi più generosa, le condizioni che avevano determinato i due paesi ad accordarsi nel 2001 sono venute interamente meno, e ciò già da numerosi anni. Ed inoltre, la mancanza di prognosi di saturazione della linea esistente comporta la scomparsa della condizione giuridica essenziale per la sopravvivenza dell’Accordo, come si evince dalla stessa intenzione dei legislatori dell’epoca.
Oggi ribadiamo con forza e sempre più convinti come non vi è alcuna ragione per proseguire con il progetto, oramai obsoleto, ma vi è anzi l’urgenza immediata di annullare l’Accordo per salvaguardare le nostre finanze, le finanze francesi e le finanze comunitarie, in presenza di spese che inspiegabilmente continuano a generarsi sia in territorio italiano che in territorio transalpino in relazione a determinati lavori.
Marco Scibona Cittadino in Senato – Movimento 5 Stelle