Tutta Italia è ancora scossa dalle immagini che arrivano da Altare, dove un viadotto è crollato sulla A6 Torino-Savona a causa della pioggia. Mentre l’azienda che gestisce il tratto autostradale parla di evento “imprevedibile” e indiscrezioni giornalistiche stanno già riferendo di mancati controlli e rischi ignorati, gioverà a tutti sapere che al gestore del ponte sono stati affidati numerosi lavori propedeutici alla realizzazione del tunnel per la nuova Torino-Lione.
Dal 2012, in effetti, l’A6 è in gestione a Gavio, colosso delle costruzioni che aveva affidato i controlli a una società interna, la Sina. Un’impresa di tutto rispetto, la Gavio, se pensiamo che il patron del gruppo, Marcellino Gavio, è stato latitante negli anni novanta in quanto ricercato per reati di corruzione legati alla costruzione dell’Autostrada Milano-Genova. Si è in seguito presentato ai giudici per essere prosciolto quando ormai il reato era caduto in prescrizione.
Oltre ad avere praticamente il monopolio della rete autostradale piemontese, Gavio si trova ad essere tra quelle aziende che stanno beneficiando delle ricche commesse garantite da quella grande magiatoia chiamata TAV. In primis, ci sono i lavori per il terzo valico che si è già aggiudicata attraverso Impregilo, controllata al 33% proprio da una partecipata del gruppo Gavio, la Agrofin. Ci sono poi i lavori affidati a SITAF, tra i quali spicca la costruzione di un nuovo svincolo autostradale appositamente creato per poter fare in modo che i camion evitino le proteste dei valsusini. Gavio ha recentemente aumentato la sua quota di partecipazione a sitaf arrivando al 47%. Infine ci sono i soldi ricevuti da Itinera spa, altra azienda partecipata di Gavio, che ha svolto lavori annessi al tunnel esplorativo e che proprio per questa era già stata al centro di contestazioni. Nel 2013 i notav, qualificati allora dalla stampa di terroristi, avevano inscenato una protesta davanti alla sede locale, bloccando i mezzi dell’impresa. Tra l’altro TELT, l’azienda promotrice del TAV, ha appena annunciato che fondi pubblici andranno a coprire un vecchio abuso ambientale di Itinera che aveva stoccato rocce amiantifere di un precedente scavo su un suo terreno senza poi minimamente occuparsene. Tutto questo succede mentre della nuova Torino-Lione non è stato realizzato nemmeno il 5% dell’opera… siamo certi che Gavio e colleghi sapranno approfittare anche del resto!
Cosa aggiungere se non che i recenti fatti di cronaca ci rendono più che mai convinti della nostra battaglia? La grande marcia notav dell’8 dicembre in partenza da Susa servirà a ribadire anche questo. Fermare il tav è possibile e, oggi come ieri, fermarlo tocca a noi. Certo a sara düra. Ma questo lo sapevamo già.