Sono scattate all’alba le perquisizioni a danno di alcuni militanti No Tav del Comitato di Lotta Popolare di Bussoleno all’interno di un’indagine appena aperta dal fido pm Rinaudo.
Il fatto sotto la lente d’ingradimento della procura torinese è l’apericenza del 2 dicembre scorso, di cui avevamo scritto nei giorni scorsi Attacco a sorpresa al cantiere polizia molto arrabbiata.
Nel descrivere brevemente la serata, non avevamo potuto esimerci dal deridere la reazione isterica della digos torinese che, dopo un attacco subito in Via dell’Avanà all’interno della zona presidiata, si era recata dai No Tav che banchettavano nei pressi dei cancelli minacciando tragiche conseguenze.
Le prime conseguenze sono quindi arrivate, con lo stesso approccio isterico, perquisendo tre fra i più attivi giovani della valle col chiaro intento di intimidire il più vasto movimento che nei giorni scorsi si è largamente mobilitato in occasione della 5 giorni per celebrare l’8 dicembre.
Le motivazioni della perquisizione fanno acqua da tutte le parti, con riconoscimenti talmente approssimativi da far impallidire il più inesperto degli investigatori, ad esempio “la p.g. ritiene, per le movenze e le caratteristiche fisiche, trattarsi di tre uomini ed una donna: l’individuo, abbigliato con indumenti di colore scuro, longilineo, alto circa mt 1,80, che impegna nella mano destra una telecamera con la quale riprende tutte le fasi dell’attività violenta corrisponderebbe a XXX, mentre l’individuo travisato di sesso femminile, indossante pantalone tipo jeans di colore chiaro, un giubbotto di colore scuro, di altezza circa 1.65 corrisponderebbe a XXX.”
Sembra uno scherzo, lo sappiamo, ma vi assicuriamo che è proprio così.
Ora, tralasciando questi dettagli, crediamo che tale operazione sia finalizzata ad acquisire più che altro generiche informazioni sul movimento e i suoi attivisti, considerando che le perquisizioni sono state fatte sulla base di elementi insussistenti e che gli unici sequestri sono stati i cellulari dei 3 perquisiti (a parte uno scalda collo e dei guanti, abbigliamento comune in montagna).
Serviva evidentemente una prima risposta (ma per darla così avrebbero potuto farne a meno), alla luce delle difficoltà in cui navigano (vedi Nicoletta in perenne evasione e le mobilitazioni vincenti del movimento nelle ultime settimane) e del fatto che moltissime indagini della “perspicace” questura torinese brancolano nel buio.
Esprimiamo solidarietà ai No Tav perquisiti ed agli altri indagati.
Andiamo avanti, forza No Tav!