tratto da Nuovasocietà.it – Il balletto sui 10 milioni sottratti dal Cipe alle compensazioni Tav nasconde la burla che non si sa ancora cosa fare con quei soldi.
I dieci milioni di euro ripristinati oggi dal ministro Lupi a favore delle compensazioni per la Torino-Lione dovrebbero essere la primissima tranche di 142 milioni, cioè del 5 per cento del costo dell’opera, che per la parte italiana della tratta internazionale vale 2,84 milioni. L’intero importo dovrebbe essere stanziato nei 10-15 di durata dei cantieri (comprese le chiusure amministrative).
Ma nelle intenzioni di Virano, che con l’Osservatorio ha ottenuto dal governo la regia sulla partita delle compensazioni, si tratta solo di una “cifra volano” per poter innescare altri finanziamenti, in questo caso soprattutto europei. Si deve, cioè arrivare con questi 142 milioni all’appuntamento europeo per riuscire a prendere la parte più cospicua utilizzando fondi europei per lo sviluppo. Senza quelli non si ottengono i finanziamenti da Bruxelles e con soli 142 milioni non si fa nulla. Virano è sempre stato contrario a spendere i soldi stanziati dal Cipe per progetti specifici, proprio per non dilapidare un tesoretto da mostrare in Europa come dimostrazione della compartecipazione italiana.
Ma mentre dal ministero delle Infrastrutture si spostano i soldi sulle compensazioni che spettano a Renzi per il Tav di Firenze, qui mancano i progetti specifici.
Il primo piano approvato con i sindaci della valle che fanno parte dell’Osservatorio individuava quattro assi di intervento. Intanto, il progetto “Smart valley”, che prevede la diffusione della banda larga in tutti i comuni della valle di Susa che, però, è già partito senza i soldi Tav, grazie a un accordo tra Sitaf, Acsel e Provincia utilizzando la dorsale a fibre ottiche contenuta nell’autofrejus. Con i soldi delle compensazioni si dovrebbe fare “l’ultimo miglio” cioè l’allacciamento dall’autostrada ai comuni utilizzando le reti elettriche comunali, ma qualche comune sta già provvedendo grazie a un piano a regia provinciale.
Altro ambito è la messa in sicurezza degli edifici scolastici, con la realizzazione di interventi che sono già stati individuati con Provincia e Ufficio scolastico regionale ma di cui non è ancora noto l’elenco delle priorità (che potrebbero non coincidere con le scuole dei comuni pro osservatorio).
Poi c’è l’assetto idrogeologico. Ma anche qui, se è stato fatto un elenco di opere da realizzare preso dal vecchio Piano ci compensazioni Tav della Provincia (che costava ben un miliardo e 300 milioni), non sono ancora state stabilite le priorità.
Poi, è previsto un incremento delle energie rinnovabili, in particolare delle centrali a biomasse legnose e un piano per interventi di risparmio energetico almeno negli edifici pubblici. Ma anche qui si sono perse le priorità di intervento.
Al momento attuale, quindi, non si sa ancora cosa fare con i soldi delle compensazioni.
Alcune opere chieste dal Comune di Susa sono state recepite in altro modo. È il caso del potenziamento dell’ospedale di Susa annunciato dall’ex assessore alla sanità Monferino al fi fuori delle compensazioni Tav. E la ristrutturazione della caserma Henry nel centro di Susa che, per prescrizione nel progetto preliminare Tav, dovrà diventare un centro di documentazione sui cantieri della Torino-Lione.
La ristrutturazione della caserma Cascino che dovrebbe ospitare gli operai dei cantieri, non ha ancora una fonte di finanziamento e la ricostruzione del ponte degli Alpini sulla Dora, che dovrebbe migliorare la viabilità negli anni dei cantieri, è messa allo stesso modo.