Virano, Espochi? e tutti gli altri potranno girarla come vogliono, ma l’articolo che pubblichiamo qui sotto, tratto da La Stampa di oggi, inquadra bene la situazione Oltralpe: per l aFrancia il Tav non è prioritario. Dopo aver fatto due conti, nonostante la volontà politica di Hollande, la corte dei conti e la commisione nominata di capire meglio i capitoli spesa, dice di parlarne intorn al 2030.
In Italia i soliti mangiasoldi rassicurano già tutti, “andiamo avanti” ecc…ecc…tanto i soldi sono pubblici e c’è chi come Mario Virano, ci campa bene con ben 4 stipendi!
Tav, la Francia frena
“Non è una priorità”
Virano: “Per l’operatività della linea non cambia nulla”
La Lione-Torino non è una priorità. Certo: la realizzazione del tunnel è prevista da un trattato fra Francia e Italia, quindi è sottratta al dibattito in attesa della ratifica dei rispettivi Parlamenti e, soprattutto, di capire se e quanto l’Ue voglia o possa investirci. Ma, dalla parte francese del «buco», tutte le altre opere, come le vie d’accesso, sono classificate fra le «seconde priorità». Un curioso ossimoro che, tradotto, significa che non se ne parla prima del 2030.
E’ il verdetto della commissione mista, sei fra deputati e senatori, quattro tecnici o superburocrati, presentato ieri dal suo presidente, il socialista Philippe Duron, sindaco di Caen e deputato del dipartimento del Calvados. Il rapporto era attesissimo. Per il nuovo governo, si tratta di revisionare il piano delle infrastrutture dopo la gestione Sarkozy, accusata di aver affastellato troppi progetti faraonici: molti annunciati, pochi realizzati, alcuni irrealizzabili. Partendo dalla semplice constatazione che nei prossimi 25 anni 245 miliardi da spendere per strade, ferrovie, porti e aeroporti non ci saranno mai, Duron ha fatto una scrematura e indicato delle priorità. Per inciso, togliendola all’alta velocità, che finora, in un Paese innamorato dei suoi Tgv, era un dogma nazionale. Il rapporto è consultivo, ma il primo ministro, Jean-Marc Ayrault, ha già fatto sapere a mezzo stampa di «condividerlo». E pazienza se ogni amministratore locale che non avrà la linea Tgv che gli era stato promesso diventerà una belva.
Sulla Tav, la commissione non si pronuncia, trattandosi appunto di un progetto europeo. Lo fa invece sulla sua parte francese, che si compone di quattro opere: la nuova linea merci fra Lione e le Alpi, la linea Tgv fra Lione e Chambéry, la linea mista merci-passeggeri per San Giovanni di Moriana e il terminal nell’est dell’area metropolitana di Lione. Costo totale: 7.990 milioni di euro. Le ipotesi nazionali di spesa su cui la commissione ha lavorato sono due: una minima, sulla base di 8-10 miliardi da qui al 2030, e una più ottimista (ma anche più improbabile) da 28-30 miliardi.
Ebbene, in entrambi i casi, la Lione-Torino è classificata, diciamo così, in serie B, dopo le «premières priorités» e prima degli «horizons lointains», gli orizzonti lontani post 2050. Citando il rapporto: «La Commissione conferma l’interesse a termine per gli accessi previsti, in linea con la realizzazione del progetto binazionale. Tuttavia, tenendo conto delle incertezze sul calendario del tunnel di base, non può essere certa che i rischi di saturazione e le sovrapposizioni d’uso che giustificano la realizzazione del progetto si verifichino prima degli anni 2035-2040».
Ma insomma, monsieur Duron, credete ancora al progetto? «La posizione è quella indicata da François Hollande: sì, a patto che ci siano fondi europei sufficienti». E l’Italia? Mario Virano, il commissario straordinario Tav, non sembra preoccupato: «Il progetto internazionale non si ferma. La Francia sta facendo una valutazione su opere di accompagnamento che non mettono in discussione l’operatività della linea».