di G.V. – La controriforma delle pensioni “Fornero” oltre ad aver danneggiato, pesantemente, la vita dei lavoratori e dei pensionati è stata un inganno nei confronti delle generazioni più giovani.
Senza dimenticare che la controriforma era stata approvato da tutti i partiti, dal PD al PDL, che sostenevano il governo Monti : da quando l’ex ministro Fornero è entrata nel Consiglio di Amministrazione della Centrale del Latte di Torino……. ho cambiato marca del latte.
In sostanza la controriforma è stata una rapina finanziaria passata attraverso il pesante e radicale allungamento dell’età lavorativa per tutti e che ha ridotto il reddito dei pensionati, creando, tra gli altri, due gravi problemi sociali: gli “esodati” decine di migliaia di persone rimaste in età avanzata senza reddito da lavoro e senza pensione per l’innalzamento improvviso del requisito dell’età, ed ha chiuso gli spazi per i giovani disoccupati bloccati da un impossibile turnover in presenza di anziani che non possono andare in pensione.
Anche un bimbo delle elementari capisce che se i lavoratori anziani non possono più, in tempi ragionevoli, accedere alla pensione non si aprono prospettive occupazionali per i giovani.
Ancor meglio lo sanno gli “analisti”: in presenza delle continue delocalizzazioni all’estero del settore manifatturiero, della mancanza di un piano nazionale di sviluppo industriale, del vuoto di finanziamenti nella ricerca e innovazione, in presenza di un violento, più che altrove, passaggio da un capitalismo industriale ad un capitalismo finanziario quindi più speculativo che produttivo, tenere al lavoro fino a 67 anni blocca qualunque accesso occupazionale ai giovani.
Ma i media nostrani, non a caso la qualità e la libertà d’informazione in Italia sono a livello di Paesi del Terzo Mondo e ben distanti dal livello europeo, fedeli alla linea governativa ci hanno “formati” spiegandoci che la controriforma, abilmente chiamata riforma per dagli un alibi migliorativo, era un passaggio necessario per ridurre i “privilegi” degli anziani riequilibrando le differenze generazionali e per un utilizzo diversificato dei fondi del welfare.
Nulla di tutto ciò.
I giovani, con il calcolo contributivo, non avranno mai pensioni decorose ma a livello dell’indigenza anche lavorando fin sulla soglia dei 70 anni, i pensionati attuali avranno un potere d’acquisto sempre più ridotto, i lavoratori di intere generazioni, soprattutto quelle comprese tra il 1952 e gli anni 60, oltre alla canagliata di vedersi continuamente alzare, all’ultimo momento, il requisito dell’età (scalone Maroni, scalino Prodi, agguato Fornero) percepiranno una pensione ridotta.
Nella Pubblica Amministrazione si aggiunge un grave e incostituzionale rinvio di due anni, dalla data del pensionamento, per il pagamento della liquidazione: questo nel Paese dove i redditi da lavoro come i redditi da pensione sono tra i più bassi d’Europa e dove la casta parlamentare percepisce esentasse e subito la liquidazione di fine mandato, abilmente trasformata in “indennità”.
Copertura del debito pubblico: questo è l’inganno !
Perché i risparmi sul sistema pensionistico: 80 miliardi di € in meno di dieci anni non vengono utilizzati per un miglioramento del trattamento pensionistico delle giovani generazioni e tantomeno per fini sociali come il sostegno alle famiglie, istruzione o sanità, ma sono destinati a tamponare il debito pubblico che, in assenza di una rigorosa riforma fiscale come di norme radicali contro il malaffare e la corruzione, è un pozzo senza fondo.
In sostanza il debito pubblico è stato scaricato sulle fasce sociali più deboli: pensionati e lavoratori, con un prelievo pesantissimo sia finanziario sia sulla qualità, peggiorandola, della vita.
Ed è per questa operazione che non si risolve, a fronte di un risparmio di 80 miliardi di €, il problema degli esodati : lasciare decine di migliaia di persone senza il reddito loro dovuto per gli anni di lavoro e di contributi versati è semplicemente un indecente modo speculativo per far pagare loro una quota del debito pubblico.
Perché Il debito pubblico aumenta continuamente pur in presenza di una notevole riduzione di lavoratori della Pubblica Amministrazione, 360.000 posti di lavoro in meno in pochi anni, e del blocco delle retribuzioni che dura dal 2009 ?
Le risposte sono molte ma una causa rilevante è dovuta ai costi delle grandi opere come dei grandi eventi che sostanzialmente sono un bancomat per il malaffare e la corruzione.
Oggi si parla del malaffare all’Expo 2015 come dello scandalo Mose, ma da sempre il progetto dell’Alta Velocità ferroviaria è stato di fatto una nuova tangentopoli con meccanismi più raffinati e articolati di quella di “craxiana memoria”.
A questo proposito illuminante per tutti, tranne che per la Procura della Repubblica di Torino, è stato il libro denuncia “Corruzione ad Alta Velocità” scritto dal Magistrato Ferdinando Imposimato
E oggi la Torino Lyon, un opera non necessaria ( i dati tecnici lo confermano da sempre) imposta con la forza e nella totale mancanza di rispetto democratico dell’opposizione sociale, è un ulteriore costo di oltre 20 miliardi di € di debito pubblico che sarà scaricato su tutti i cittadini con conseguenti e ulteriori tagli nella sicurezza sociale.
Per questo la lotta contro la Torino Lyon, imposta solo per gli interessi speculativi e finanziari dei poteri forti che condizionano, in negativo, lo sviluppo del Paese, è una opposizione che riguarda tutti i cittadini consapevoli