Palermo, 26/11/2011 – Tutti noi pendolari viviamo sulla pelle il disagio causato dall’obsolescenza del materiale rotabile, o dalla sua mancanza, e dal mancato adeguamento tecnologico della rete ferroviaria “Lenta”. Molti sono i piani fatti per adeguare il materiale rotabile per pendolari e servizi locali, come il famoso piano dei 1000 treni, bloccato da Tremonti lo scorso anno, o quello, più modesto, per l’acquisto di 80 treni da parte di Trenitalia, anche questo rimasto senza fondi.
D’altra parte, le risorse previste dal “Decreto sviluppo” (i famosi 425 milioni di euro) del 2008, l’anno scorso sono state dirottate in conto esercizio per consentire il funzionamento dei trasporti pubblici.
Pochi sanno che in Italia sono presenti numerose realtà industriali, anche se ormai di proprietà estera, che hanno un elevato livello qualitativo e tecnologico, un patrimonio che rischiamo di perdere definitivamente.
I lavoratori del settore, che pure ha una notevole valenza tecnologica, rischiano di restare senza posto di lavoro, in un momento in cui, come d’altra parte viviamo anche noi sulla pelle ogni giorno, non è facile trovare lavoro.
Una riprova di come i tagli “lineari”, attuati senza prospettive di superamento della crisi e senza eliminare il parassitismo burocratico (che invece sta facendo affondare definitivamente alcune aziende ferroviarie), finiscano per provocare essi stessi una crisi ancora maggiore. Anche certe scelte, come l’utilizzo dei fondi per il rinnovo del materiale rotabile in conto esercizio, sono assai discutibili. Nel prossimo futuro rischiamo di vedere fallire tutto il sistema ferroviario locale, e al tempo stesso l’esplosione della congestione stradale. Dove trovare risorse stabili per il TPL è sin troppo evidente, e, se ciò fosse stato fatto un anno fa, oggi non avremmo problemi.
Ma anche molte opere inutili o, quantomeno, non necessarie in questo momento storico, vanno tranquillamente avanti approfondendo la voragine del debito sovrano improduttivo, in primis la TAV, mentre gli interventi necessari di adeguamento, soprattutto tecnologico, degli impianti ferroviari sulle linee ferroviarie usate dai pendolari, percorsi da centinaia di treni al giorno, languono per mancanza di fondi.
Propongo pertanto di solidarizzare pertanto con i lavoratori del settore della costruzione di materiale ferroviario, della sua manutenzione e delle tecnologie di gestione della circolazione ferroviaria. Le nostre ferrovie hanno bisogno di tecnologia e di intelligenza per poter vincere le molteplici sfide: la crisi, l’ambiente, la concorrenza dell’auto, e ciò è quanto noi, insieme ai lavoratori delle aziende ferroviarie, chiediamo al mondo politico.
Giacomo Fazio
Comitato Pendolari Sicilia
Patto Pendolari Italiani
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