Siamo messi male! Se dalla Confindustria qualcuno si aspettava qualche idea per fare ripartire l’Italia, ci sarà rimasto deluso! Gli illuminati imprenditori, quelli che fanno un minuto di silenzio per le ditte che chiudono, al pari di molti politici sperano che non cambi nulla a questo mondo ed eccoli qui investire (non denaro sia chiaro quello è sempre e solo pubblico!) sulla Torino Lione. Con Mario Virano in collegamento, il convegno tenutosi a Torino, ha partorito addirittura il documento che incolliamo qui sotto pieno di banalità per riaffermare la propria posizione sul TAV, che si può sintetizzare in un : lo vogliamo! Il perchè è molto vago come si evince dai punti sottoriportati, ma il vero motivo per cui tutti uniti nel volere la Torino Lione sta nelle stesse ragioni della politica: mantenimento dello status quo, finanziamenti pubblici da cui tutti (loro) ci guadagnano, e spartizione del potere.
Nulla di nuovo insomma se non fosse che questi signori dovrebbero pensare un più al futuro invece di contunuare ad aggrapparsi a quel passato che gli fruttava tanto. Il passato di quando c’erano tanti bei soldi pubblici da spartirsi grazie ai politici compiacenti, dove per ogni gruppo di potere c’era da mangiare.
Così si deve leggere la “spinta” che ieri è arrivata da Torino, questo mentre i lavoratori perdono il lavoro o vivono in cassaintegrazione, mentre i propri padroni (mai termine migliore) non rinunciano a nulla!
Infine pensare che sia il trasporto delle merci la soluzione alla crisi economica quando tutti gli indicatori dicono tutt’altro denota la lungimiranza di una classe imprenditoriale che non ha una minima idea del futuro e si arrangia (e chiede di farlo) in questo presente!
di seguito l’articolo di Repubblica
Otto buone ragioni per sostenere la Tav Torino-Lione”. E’ la petizione promossa da Confindustria Torino, nell’ambito della due giorni di Piccola Industria, in corso al Lingotto. La Torino-Lione si dice al primo punto “è un’opera per l’Europa e per il futuro”; “la linea storica non è più competitiva”; “il mercato c’è ma non intercetta la domanda”; “i costi ragionevoli del fare e quelli del non fare”.
Ed ancora, “un’opera che rispetta e valorizza il territorio”; “un progetto realistico attuato per fasi”; la trasparenza, la legalità ed il controllo dei costi” ed “il grande valore ambientale della scelta ferroviaria”. ‘Per tutte queste buone ragioni – si dice nella petizione di Confindustria Torino – essendo necessario un impegno straordinario di tutti i cittadini, degli imprenditori, dei lavoratori e delle istituzioni locali, che non si rassegnano al declino, chiedo al Governo e al Parlamento coerenza di indirizzo e determinazione operativa in tutti gli atti, in Italia ed in Europa, per consentire la realizzazione dell’opera, a cominciare dalla ratifica dell’Accordo del 30 gennaio 2012 tra Italia e Francia”.