E così arrivò Virano a salvare le vigne di Chiomonte, mettendo a disposizione l’acqua di ruscellamento del primo tratto della galleria della Maddalena…
Sono due le questioni veramente cruciali: Telt spreca ogni giorno, da anni, migliaia di metri cubi d’acqua che sgorgano dal cuore della montagna senza fornire dati chiari e reali.
L’acqua pompata fuori dalla montagna (con notevole dispendio energetico) viene raffreddata, depurata e successivamente sversata in Dora. Eppure, di tutta l’acqua che viene sottratta dalla falda e dalle sue vie capillari solamente una parte può essere data in concessione per un uso agricolo. Che cosa contiene la restante acqua e a che temperatura viene realmente immessa nella Dora?
La seconda questione è che due settimane il Comune ha chiuso la rete idrica su via dell’Avanà, usata da sempre dai vignaioli.
Sarebbe bastato che il Comune facesse installare contatori agricoli da SMAT e accreditasse l’intervento alla Regione Piemonte che ha appena ottenuto lo stato di emergenza per l’agricoltura.
E infine le bugie: Non esiste nessuna autobotte messa a disposizione da Telt. Si tratta di ridicoli e limitati prelievi a proprio carico e previa ulteriore autorizzazione a discrezione della prefettura.
Ci chiediamo perchè dovremmo prendere l’acqua contaminata a km di distanza dalle vigne, quando nelle immediate vicinanze vi è un’enorme disponibilità idrica. Le forze di polizia che presidiano il cantiere per motivi di ordine pubblico, si possono servire in maniera illimitata di acqua con un’altissima pressione (circa 30 bar) proveniente dalla centrale idroelettrica posta sopra Chiomonte (Iren e AEM).
Le vigne di Chiomonte, prima di ogni altra considerazione, non vengono irrigate. Irrigare le vigne produttive significa alzare l’uso di fitofarmaci, aumentare la quantità e ridurre drasticamente la qualità del vino prodotto. La vite è una pianta capace di vivere in condizioni estreme e, adattando la pratica di allevamento è possibile ridurre il consumo idrico e garantire una buona qualità dell’uva. In annate siccitose come le ultime, l’acqua risulta necessaria ai nuovi impianti (qui rarissime).
Se da un lato Telt inquina, devasta e saccheggia il territorio, sottrae milioni di m3 d’acqua alla montagna e ai suoi abitanti, brucia e diffonde nell’aria sostanze tossiche in zone agricole e si rende complice della militarizzazione della valle di Susa dall’altro si candida a tutela dell’ambiente e delle risorse.
Oggi più che mai con la grave e inesorabile crisi idrica ed energetica e con i cantieri di Chiomonte e San Didero fermi – senza nemmeno una previsione di inizio lavori – l’unica compensazione accettabile è che Telt se ne vada, mettendo così fine allo scempio e alla farsa a cui in questi anni abbiamo assistito.
Non accetteremo soluzioni a problemi ambientali da chi quei problemi li crea.
I e le Contadin* NoTav di Chiomonte.