Lo scorso sabato 3 Marzo, come in moltissime altre citta’ europee, anche Dublino è stata teatro di una manifestazione di soliderietà con il movimento NO TAV. In Irlanda le notizie riguardanti le realtà di lotta italiane fanno spesso fatica a filtrare, a differenza di quelle provenienti da paesi anglofoni. Ne è testimonianza il silenzio di “Shell to Sea”, un movimento che si oppone alla costruzione di una centrale per l’estrazione di gas naturale sulla costa ovest dell’Isola da parte della multinazionale Shell, e che, nel contesto irlandese, presenta le maggiori affinità con NO TAV.
Con l’obbiettivo dare maggiore visibilità ad una lotta le cui dimensioni e implicazioni sono tutt’altro che limitate ad una valle, ma si inseriscono in un contesto europeo sempre più segnato dalle cosiddette politiche di austerity che, nella crisi, salvaguardano lo strapotere delle elites sulla pelle dei cittadini, uno sparuto gruppo di compagni e compagne residenti a Dublino ha deciso di lanciare quest’ iniziativa.
Nonostante l’evento sia stato ampiamente promosso sui social network la partecipazione è stata bassa. Alle due del pomeriggio nel punto d’incontro prefissato, una piazzetta sualla Ormond Quay in una zona molto trafficata del centro di Dublino, erano presenti poco più di dieci persone. Per circa un’ ora siamo rimasti lì distribuendo volantini e dando ulteriori informazioni ai passanti che si fermavano incuriositi. Successivamente abbiamo deciso di muoverci e il volantinaggio è continuato in un’altra zona del centro. La giornata si è conclusa a Dame Street nel piazzale adiacente alla Central Bank dove sono accampati gli attivisti del movimento Occupy di Dublino.
A mio avviso l’ esito dell’ iniziativa è stato positivo nonostante il livello basso di partecipazione. Oltre all’ azione informativa, abbiamo costituito un nodo del network di solidarietà internazionale che si è venuto a creare nelle ultime settimane. La speranza è che queste manifestazioni possano dare forza e coraggio a coloro che stanno lottando in Val di Susa dovenosi confrontare con la reazione sempre piu violenta ed oppressiva degli apparati dello stato.
Alessandro Zagato