Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Francesco Siro di Gravere in merito all’articolo pubblicato da La Stampa del 6 luglio di CARLO FEDERICO GROSSO: No Tav, l’udienza della chiarezza.
Egregio avvocato Carlo Federico Grosso, ho letto il suo articolo in merito ai fatti notav del 2011 e del relativo processo. Non mi metterò certo a disquisire in punta di diritto con Lei , illustre avvocato ; e non è ironia nei suoi confronti, ma ammirazione sincera; come la stessa ammirazione ho sempre provato per il dott. Giancarlo Caselli.
Non discuterò certo del processo che, sempre in punta di diritto, probabilmente è giusto.
Le racconterò invece le mie paure.
Le dirò subito che non ho mai tirato pietre e, come la stragrande parte dei valsusini, mai lo farò.
Sia chiaro che condanno chi lo fa e giustamente deve essere punito dalla legge, ma ho visto troppe volte la verità capovolta dalle forze dell’ordine e dai media in merito agli scontri , che fanno vedere, come dice Montalbano “metà della messa”.
Vede caro avvocato, sto seguendo la vicenda tav dal lontano 1991, prima come amministratore pubblico , e come iscritto ad un partito, ora semplicemente come cittadino. Per cui ho partecipato a innumerevoli incontri con ministri, prefetti, sindaci, tecnici delle ferrovie contrari e tecnici favorevoli (questi ultimi molto spesso latitanti)
Nessuno mai è riuscito a convincermi della bontà di quest’opera e nessuno dei favorevoli si è mai dimostrato serio e documentato nell’affrontare la questione: solo slogan e parole d’ordine.
Veniamo alle mie paure. Lei è l’ ennesima – si fa per dire, in vent’anni..- voce che si erge a giudice e commentatore dei fatti sulla questione no tav . Mai nessuno di voi invece , Caselli compreso, si è mai occupato dei poliziotti che hanno lordato di escrementi le tende dei presidi notav. Mai nessuno di voi ha scritto sugli incendi dei presidi. Mai nessuno di voi si è occupato delle botte alle donne e vecchi indifesi. Mai nessuno si è occupato della distruzione fatta dalle forze dell’ordine del sito archeologico; mai nessuno si è chiesto se quest’opera costosissima è ancora attuale e compatibile alla luce della situazione odierna. Mai nessuno si è occupato della storia giuridica delle imprese che stanno lavorando al cosidetto cantiere. Potrei continuare con gli esposti dei nostri avvocati, suoi colleghi, fatti su operazioni dubbie in merito alle occupazioni dei terreni privati , alle quali mai nessuno ad oggi ha risposto , ma qui mi fermo.
Vi siete invece sempre occupati di stigmatizzare il comportamento “cattivo “ dei facinorosi, anarco-insurrezionalisti , black block che si infiltrerebbero nelle file del movimento. Voi avete mille voci, mille televisioni, illustri opinionisti che si ergono a difesa delle forze dell’ordine. Anche noi vorremmo dire la nostra , ma abbiamo pochissima voce, non abbiamo i mezzi e se il movimento va avanti è in forza della verità che difende e che nessuno finora è stato capace di contestare con dati e numeri.
Vede, egregio avvocato, le mie paure fanno riferimento a ciò che ho visto non solo a Venaus, alla Maddalena o alla notte di Chianocco, ma si estendono ad altri fatti ancor più gravi: a partire dai fatti gravissimi di Aldrovandi e di Cucchi: nessun commento da parte delle autorità politiche; come nessun commento sui fatti della Diaz.
Le forze dell’ordine che caricano i dimostranti di viareggio, le stesse che caricano i lavoratori del sulcis, poi i pastori sardi. Poliziotti che uccidono e torturano, picchiano le persone anziane. Quante ne potrei elencare..
E in tutti questi fatti, dai media risulta quasi sempre che sono sempre i poliziotti a farsi male..
Certo; non tutti i poliziotti o carabinieri sono dei violenti, ma i casi negli ultimi anni stanno paurosamente aumentando e, nè la politica nè i loro capi, prendono provvedimenti nei confronti dei violenti.
Per questo ho paura.
Ho paura che il nostro stato di diritto stia scivolando in una dittatura per ora morbida per chi sta nel mucchio a guardare. Ma ben dura e spietata con chi osa contraddire il potere di turno.
Vede, lei con un colpo di penna vanificherà tutte queste mie argomentazioni e dimostrerà certamente che io ho torto , ma a me il dubbio e la paura resteranno.
Forse un modo per attenuare queste mie paure di cittadino ci sarebbe: i poliziotti dovrebbero indossare un cartellino di riconoscimento; magari eviterebbero almeno certe bravate.
Le ricordo infine, caro avvocato, un detto dei nativi americani ( fatte le debite distinzioni) che lei certamente conosce:” Quando un esercito dei bianchi combatte gli indiani e vince, questa è considerata una grande vittoria, ma se sono i bianchi ad essere sconfitti, allora è chiamata massacro. (Chiksika, fratello maggiore di Tecumseh)
Noi valsusini siamo gli indiani
Cordiali saluti
Francesco Siro
Gravere