di — Massimo Zucchetti, – Nei giorni scorsi, un caro amico (che non vorrebbe io facessi il suo nome per pura modestia…), il professor Boris Bellone, NOTAV degli albori e membro del Consiglio Nazionale dell’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti), ha scritto a Noam Chomsky, il maggior intellettuale vivente, professore al MIT, Massachussetts Institute of Technology, per informarlo della persecuzione giudiziaria che stanno subendo gli imputati dei processi NOTAV.
In particolare, il messaggio riguardava i NOTAV accusati di aver bruciato un compressore nel cantiere del TAV e “perciò” accusati nientemeno che di terrorismo.Riassumo in breve la storia. Il 9 dicembre 2013 quattro resistenti NOTAV, Claudio, Chiara, Mattia e Niccolò, vengono arrestati con l’accusa di terrorismo per il sabotaggio del compressore del cantiere del TAV a Chiomonte nella notte tra il 13 e il 14 maggio. Il 9 dicembre 2014, un anno dopo,anche per altri tre ragazzi, Lucio, Francesco e Graziano, arrestati l’11 luglio, sempre in merito allo stesso episodio, vengono applicate le misure cautelari per i reati di terrorismo (artt.280, 280 bis, 270 sexies c.p.). L’impianto accusatorio imbastito contro Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò avrà una prima verifica davanti alla corte d’assise il prossimo 17 dicembre.
Informato della situazione, Noam Chomsky ha risposto:
It is most disturbing to learn of the accusations and threats of punishment against the anarchists who are among those protesting the high speed train project. I trust that charges will be dropped and that the protests will be able to proceed without interference.
Traduzione (spero accettabile)
È molto inquietante apprendere delle accuse e delle persecuzioni contro gli anarchici che stanno protestando contro il treno ad alta velocità. Voglio sperare che quelle accuse vengano fatte cadere e che le proteste potranno continuare, senza interferenze.
Non ho mai impiegato così tanto a tradurre due frasi dall’inglese. Sarà perché le parole di Chomsky — secondo me — sono preziose come diamanti e non vanno sprecate. Chomsky ha lo studio nello stesso edificio del MIT dove indegnamente anche io ne ho uno. Quando ci siamo incontrati ed abbiamo parlato di Uranio impoverito, principalmente, e di diritti civili, ne sono uscito ogni volta arricchito e pensoso.
Noam Chomsky non scopre la resistenza NOTAV in questi giorni. Riporto qui una sua dichiarazione, risalente al 2005, appena prima di Venaus:
Grazie per avermi mandato le informazioni riguardo alle esemplari e coraggiose azioni della gente della valle di Susa. Tali iniziative popolari, in molte parti del mondo, stanno diventando una forza potente, che offre l’unica reale speranza di bloccare, e capovolgere, la progressiva e minacciosa spinta ad un potere centralizzato e ad un’autorità che risiede in remote istituzioni che non rendono conto di quello che fanno. E’ una battaglia di grande significato, che sicuramente muterà il corso della storia. (Noam Chomsky)
Stanno succedendo cose che i piccoli politicanti e boiardi che avevano fatto del TAV la loro trovata per campare felici non si aspettavano. Il più importante intellettuale mondiale punta il suo occhio scandalizzato su di loro. L’Unione Europea, sempre chiamata dai suddetti a correo con la sempiterna frase “ce lo chiede l’Europa” li smentisce sonoramente, smentendo l’esistenza degli abbondantissimi fondi europei da sempre millantati, e chiedendo conto di come mai, a furia di chiacchere e progetti durati oltre un ventennio, il costo dell’opera sia quasi quadruplicato. Nel frattempo, il Tribunale Permanente dei Popoli, erede del Tribunale Russel, ha ritenuto ammissibile l’esposto del Controsservatorio Valsusa in cui venivano denunciate violazioni di diritti fondamentali dei singoli abitanti e della comunità della Val di Susa con riferimento alla progettata costruzione della linea Tav Torino-Lione. Il Tribunale Permanente dei Popoli ha infatti deciso di aprire un procedimento che esaminerà in particolare “le finalità e l’effettività delle procedure di consultazione delle popolazioni coinvolte e l’incidenza sul processo democratico”.
Non possiamo che ringraziare Noam Chomsky, che è anche iscritto all’ANPPIA, come il sottoscritto e moltissimi antifascisti italiani, ma ho personalmente un sentimento particolare. Spero di non incontrarlo tanto presto: sentirei un po’ di vergogna davanti a lui, io a nome di tutti quei piccoli italiani, di piccolo o grande potere, che per mandare avanti il loro assurdo buco in una montagna espongono chi parla la loro stessa lingua e viene ritenuto loro connazionale a queste pessime figure innanzi al mondo.
Aggiungo, scritto in piccolo, accanto all’auspicio del più importante membro del MIT, anche quello del meno importante di tutti, il modesto qui scrivente.
Chiediamo con forza che l’assurda accusa di terrorismo contro Claudio, Chiara, Mattia e Niccolò scompaia dalle aule di giustizia il prossimo 17 dicembre e lo stesso accada per gli altri resistenti. Terrorismo è una parola pesante, che evoca pensieri e fatti del tutto estranei alla lotta NOTAV: chi si trova ad amministrare la giustizia non la utilizzi a sproposito.