di Marta Tondo di Nuovasocietà
«Ci saremo anche noi in questa iniziativa dei parlamentari del cantiere. Saremo in veste di accompagnatori, dei tecnici che conoscono il problema». Esordisce così Alberto Perino, storico leader del movimento No Tav. Parteciperanno alla manifestazione di sabato 23 marzo da Susa a Bussoleno, che prevede un incontro istituzionale in cui i Parlamentari di Sel e Cinque Stelle ispezioneranno il cantiere. Lele Rizzo, esponente del movimento No Tav, ricorda: «Io entrerò con Alberto Perino e Luca Abbà, perché ci sembra un atto doveroso. Pensiamo di essere abbastanza esperti in materia dopo vent’anni».
«Non ci aspettiamo nulla di particolare – spiega Perino – Non credo che incontreremo Virano (Mario Virano, il commissario straordinario per la Torino-Lione ndr.) perché non centra col cantiere». E poi ricorda che «è solo la prima di una lunga serie di ispezioni». La giornata di sabato deve servire affinché «quelli che hanno l’ideologia Tav nella testa – continua l’esponente del movimento – capiscano che non ha senso farlo perché è come se una famiglia povera si comprasse una Ferrari». Questa costruzione non ha senso soprattutto in un momento in cui la gente non arriva a fine mese, in cui si susseguono tagli alla sanità, alla scuola. Non ci saranno trattative per la Tav. Non c’è nessuna intenzione.
Quanto alle notizie uscite oggi sui giornali riguardo alla fedina penale di alcuni esponenti del movimento No Tav che parteciperanno all’ispezione, Perino ricorda: «La polizia dovrebbe pensarci prima di parlare, perché Spartaco Mortola ha continuato a lavorare in polizia anche se condannato». L’ex capo della Digos di Genova, infatti, era stato condannato in appello a tre anni e otto mesi per aver coperto i sanguinosi e vergognosi pestaggi alla scuola Diaz durante il G8 e a un anno e due mesi per induzione alla falsa testimonianza. A Perino fanno eco le parole di Lele Rizzo che, rispondendo a Esposito del Pd, ultrà del fronte del Sì: «Abbiamo una fedina penale molto più pulita di quelli che sono nel cantiere e nel Parlamento».
Lo scopo dell’ispezione, continua Perino, «è capire se c’è il rispetto della legge o se viene violata».
«È la solita manifestazione di istituzioni, movimento e gente, che sono le tre gambe di questa lotta», spiega Rino Marceca, vice presidente della comunità montana e vice sindaco del Comune di Avigliana. «Come istituzioni – continua Marceca – abbiamo organizzato un momento di incontro informativo in Sala Consiliare alle 10.30», momento che è parte integrante della manifestazione. «Era una cosa già prevista due mesi fa, – spiega il vice presidente – prima dei risultati elettorali, quindi non serve per dare spazio a una o altra parte politica». E poi ricorda che è stata mandato una lettera di invito a tutti i sindaci di Italia, via mail, per chiedere adesione. Intanto l’iniziativa è stata abbracciata dal Movimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia e Libertà, l’onorevole Laura Puppato del Partito Democratico, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, e quello di Bari Michele Emiliano e da moltissimi altri i cui nomi sono disponibili sul sito. Maurizio Piccione del Comitato della Valle di Susa, ribadisce che si tratta di una manifestazione aperta a tutti, infatti, a oggi, circa diciotto pullman arriveranno da tutta Italia, anche dalla Sicilia. «Tutta la penisola avrà una rappresentanza, ma la pancia è valsusina», conclude.
Marceca si auspica «un governo che metta in campo politiche del buon senso, del papà di famiglia, basate su piccole opere che, come ha ricordato Confindustria, fanno ripartire l’economia». Bisogna affrontare il tema della crisi economica e delle grandi opere inutili.
«Noi ribadiamo che ci siamo, ci siamo ancora, ci siamo sempre, ci siamo da 22 anni», conclude il vice sindaco, e afferma con forza che è necessaria una spesa di buon senso che «fa parte di programmi politici di più parti». Bisogna mettere in discussione il totem della Torino-Lione.
Il corteo, che partirà alle 14 da Piazza d’Armi a Susa e arriverà a Bussoleno in Piazza Cavalieri Vittorio Veneto, sarà aperto da bambini e famiglie perché lo slogan è “Difendiamo il nostro futuro”, a seguire i parlamentari e i sindaci e poi gli studenti perché le scuole della Valle di Susa hanno molti ragazzi che si spendono per il loro futuro.
Paolo Prieri, invece, introduce la questione spinosa del controllo della Polizia: «Il 3 dicembre in una manifestazione importante a Lione, la gente della Val di Susa è stata bloccata in una piazza per otto ore». La polizia francese era in accordo con quella italiana. «Siamo circondati dal terrorismo di Stato», ribadisce Prieri. «Siamo pacifici». Le forze dell’ordine devono tutelare i diritti costituzionali e promuovere la libera circolazione delle idee. In collegamento Skype dalla Francia, le stesse parole di denuncia per il gravissimo fatto del 3 dicembre, che ha violato il diritto della libera circolazione delle persone in Europa.
«È un cantiere militarizzato – spiega Perino – Approfittiamo dei diritti per visitare queste zone». I parlamentari, infatti, possono ispezionare tutti i luoghi militarizzati per verificare che la normativa di legge sia costantemente rispettata.
«La Ltf non ha nessuna autorità – tuona Perino – il 3 luglio hanno distrutto un’area archeologica. In quei luoghi Ltf non può mettere piede perché il cantiere è in un altro posto». E la domanda è: perché la società responsabile della parte comune italo-francese opera dove non ha nessun diritto di esserci? La Ltf, inoltre, ha cominciato lavori senza progetto esecutivo, come invece è stabilito dal Cipe, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica. E a inizio dicembre la Cmc aveva dichiarato che iniziava il progetto esecutivo. «E allora perché hanno cominciato prima?», si chiede perplesso il leader storico No Tav. «Noi vogliamo capire – ribadisce Perino – se c’è un progetto esecutivo, ma non a stralci, bensì intero, unico e onnicomprensivo».
Il Senatore del M5S Marco Scibona, intanto, sottolinea che le persone che entreranno per ispezionare il cantiere sono competenti e sono assolutamente condivise. «La manifestazione è nelle nostre corde ed è un’occasione per fare vedere che non solo la Valle dice no alla Tav – continua Scibona – è la prima grande occasione in cui la popolazione ha una rappresentanza politica che sarà di supporto alla lotta della gente». L’ispezione costituisce una grossa mano per il movimento, e a questa ne seguiranno molte altre «per rendere conto – spiega il senatore – di questo “buco” che si vuole fare, e per rendere il cantiere una scatola di vetro». Conclude poi ribadendo che «il valore di 20 anni di lotta al Tav è centrale e non può essere merce di scambio con questa politica».
Otto chilometri di passi per dire basta a quest’opera inutile che costituisce solo uno spreco.