da infoaut.org – L’annuncio da parte del Cociv di voler procedere oggi a una nuova giornata di espropri di terreni ad Arquata era stata data dalla ditta già da diverse settimane e così l’appello del movimento No Tav Terzo Valico a raggiungere la Val Scrivia per resistere alle operazioni di esproprio, così come già avvenuto lo scorso 30 luglio.
Il terreno interessato dalle mire del Cociv per la giornata di oggi è proprio quello su cui sorge una parte del presidio No Tav di Arquata Scrivia, a Radimero. Già dalle prime ore del mattino centinaia di persone hanno raggiunto il presidio per aspettare gli operai della ditta e prepararsi a resistere. Tra di loro anche molti No Tav giunti da altre parti d’Italia, in particolare dalla Valle di Susa, a conferma di come l’opposizione alle grandi opere travalica ormai i singoli territori interessati da questi progetti devastanti e si intreccia nei vari fronti di resistenza.
All’alba, dopo la nottata trascorsa al presidio, i No Tav hanno iniziato a bloccare gli accessi al cantiere di Radimero, preparandosi all’arrivo degli operai che era previsto per le 9 di mattina. Poco dopo l’inizio dei blocchi, però, è arrivata la notizia che Cociv, Prefettura e Questura avevano deciso di comune accordo di rimandare l’esproprio del terreno. Una decisione probabilmente presa di fronte all’imponente mobilitazione attivata dai No Tav – Terzo Valico e per evitare quindi di ripetere la pessima gestione già sperimentata il 30 luglio per procedere agli espropri, realizzati solo al prezzo di pesanti e ripetute cariche e lancio di lacrimogeni contro gli attivisti e permettendo semplicemente agli operai del Cociv di scattare qualche foto dei terreni da dietro i cordoni di polizia.
Alla notizia del rinvio dell’esproprio, dopo una breve assemblea i No Tav hanno comunque deciso di mantenere la mobilitazione fino alla mezzanotte. Sono così iniziati i blocchi dei camion diretti al cantiere del Terzo Valico: anche se gli operai del Cociv non si presentano, oggi ad Arquata non si lavora! Bloccando il cantiere di Radimero, tra l’altro, sono stati bloccati anche quelli di Voltaggio e Liberna, dove era diretto del materiale trasportato dai camion costretti a fermarsi di fronte al presidio dei No Tav.