Ci giunge la notizia dell’ennesimo atto di forza della Procura e della Questura torinese nei confronti di
#Nicoletta. Nicoletta è stata denunciata per evasione perché la mattina in cui Dana è stata trasferita in carcere sarebbe uscita dalla sua abitazione a Bussoleno, a pochi metri da quella dove, per l’appunto, risiedeva Dana.
Quello di Nicoletta voleva essere un gesto di lotta e di affetto nei confronti del movimento e di
#Dana, che entro pochi minuti sarebbe stata trasferita nel carcere Lorusso Cutugno di Torino, per aver spiegato le nostre ragioni ad un megafono. Proprio lei, Nicoletta, che a fine Dicembre dell’anno scorso aveva subito la stessa sorte per via dello stesso procedimento.
D’altronde si può chiamare evasione un gesto del genere, fatto alla luce del sole, di fronte a centinaia di poliziotti, carabinieri e agenti della Digos?
Ma ormai in
#Valsusa il concetto di legge e quello di giustizia si sono allontanati da tempo. Dunque come si spiega un tale accanimento verso una donna ultrasettantenne, ex professoressa, in pensione?
A far paura al sistema del TAV, di Nicoletta, di Dana, di Emilio e di tutti gli altri
#notav perseguiti, non sono tanto i reati, quanto la giustezza delle nostre ragioni, la perseveranza della nostra lotta, la serietà delle nostre idee. Nicoletta fa paura perché incarna tutte queste cose e perché nonostante i settanta e passa anni non pensa a godersi la pensione, ma è capace di un gesto d’amore per la propria valle e per chi l’abita.