La solidarietà per l’insensata operazione di polizia di ieri mattina, come sempre, non tarda ad arrivare.
Dopo la partecipatissima assemblea popolare di ieri sera, questa mattina un gruppo di No Tav ha accompagnato Marisa alla caserma di Chiomonte per il suo obbligo di firma quotidiano.
Ricordiamo che le accuse che vengono mosse a lei e a tutti gli altri 22 No Tav inquisisti, sono relative ai fatti del 28 di giugno scorso dove, secondo la procura, avrebbero attuato gravi violenze nei confronti di agenti presenti sul posto a difesa dell’illegittimo cantiere Tav.
Nella realtà Marisa, una donna di più di 70 anni, come tante altre persone quel giorno ha deciso di scendere in piazza per manifestare la propria contrarietà all’opera e, dopo una lunga giornata ed avendo difficoltà di movimento, di ritorno è salita sul furgone che accompagnava la manifestazione.
In Val di Susa salire su un furgoncino durante un corteo perché non riesci a camminare basta per essere indagata per violenze e avere una misura cautelare che prevede l’obbligo di firma quotidiano in caserma.
Tutto questo ha del ridicolo, ma non stupisce nel momento in cui ci ricordiamo che la giustizia italiana è sempre più asservita a quegli stessi poteri che tentano in tutti i modi e con tutti i mezzi di spianare qualsiasi tipo di mobilitazione che rischia di mettere in discussione i loro governi.
Ci spiace dirgli che anche questa volta gli è andata male, la risposta è più chiara che mai. Noi continueremo a lottare fino a quando questo progetto non si fermerà, fino a quando non saremo tutti liberi.
Domani sera, 23 giugno, scenderemo di nuovo nelle nostre strade con una fiaccolata in solidarietà a Marisa e a tutti i No Tav indagati e sottoposti a misure cautelari. L’appuntamento è a Bussoleno nella piazza del comune alle ore 21.