650.000 Euro è la richiesta di risarcimento danni complessiva che lo stato, attraverso i Ministeri degli interni, economia, difesa, ha presentato in Tribunale contro i No Tav come “danni non patrimoniali” per i fatti del 27.6 e 3.7.2011 a Chiomonte.
L’altro ieri in aula bunker gli avvocati hanno affrontato queste richieste, smontandole pezzo a pezzo e ricordando che in apertura di processo la Presidenza del Consiglio dei Ministri era già stata esclusa dal Tribunale (proprio su richiesta degli imputati), perché non c’era correlazione tra la tenuità dei reati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale ed i danni lamentati dallo Stato.
Ma nella discussione, un aspetto ha colpito più di tutti: le difese hanno documentato che lo Stato chiese l’equivalente di 0,50 € agli imputati neofascisti di ordine nuovo nel processo per la strage di Piazza Fontana che il 12 dicembre 1969 uccise 17 persone e ne ferì 88.
Sentenza della Corte d’Assise di Milano n. 15/2001, richieste delle parti civili: “alla Presidenza del Consiglio e al Ministero dell’Interno gli ulteriori danni patrimoniali e morali subiti, che si quantificano nella cifra di lire mille essendo sufficiente per le parti civili il riconoscimento delle proprie ragioni”.
Per la strage fascista di piazza Fontana bastavano 1.000 lire per avere ragione, con i no tav sono necessari almeno 650.000 €.
E se l’intento non fosse solo avere ragione, ma schiacciare il dissenso e le mobilitazioni sotto una montagna di denaro?
Nelle prossime settimane proseguiranno le arringhe dei difensori degli imputati. Sentenza prevista per metà gennaio.
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