Si è svolta oggi l’ennesima udienza del processo che vede coinvolti più di 50 imputati per i fatti del 27 giugno e del 3 luglio.
Sfilano dalle prime ore del mattino numerosi testimoni chiamati dalla difesa dei No Tav che raccontano nello specifico i fatti e la loro esperienza del 27 giugno (pochi i fatti esaminati sul 3 luglio), giorno dello sgombero della Libera Repubblica della Maddalena (ad apertura dell’udienza c’è anche la dichiarazione spontanea da parte di un imputato).
Molti i dettagli e i ricordi di quella notte e giornata, a partire dalla fiaccolata convocata la sera prima da Chiomonte, lungo via Roma e via dell’Avanà, fino al piazzale della Maddalena e la scelta fatta da centinaia di rimanervi per la notte, in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine e dei loro mezzi.
Ripercorriamo dall’aula bunker del carcere delle Vallette i minuti di attesa di quella notte e poi tutta la resistenza di quella giornata, partendo dalla benna meccanica che attacca i manifestanti sulla barricata Stalingrado, lo sfondamento del cancello della centrale fino ad arrivare all’infinità di lacrimogeni lanciati sul piazzale e ad altezza uomo contro i singoli.
Non manca il racconto, soprattutto da parte dei signori più anziani della valle, della fuga nel bosco e di quell’elicottero che seguiva la massa della gente, da cui probabilmente venivano lanciati lacrimogeni e che ha reso più difficile la risalita del sentiero a chi era già debilitato dalla permanenza nel piazzale.
Nonostante i tentativi della procura per bocca di Padalino e Rinaudo, tollerati nella loro incredibile arroganza dal collegio giudicante, di spaventare, insultare e confondere i testimoni, i No Tav raccontano con estrema lucidità la loro esperienza di quella giornata, chiamando altresì le cose col proprio nome ad esempio dicendo che “le forze dell’ordine erano lì per occupare la Libera Repubblica”.
Nessuna descrizione più veritiera, quindi, da parte di chi quella notte ha provato a difendere quel pezzo di terra liberato e fatto vivere di un’altra storia, quella del Movimento No Tav.
Da sottolineare come nell’udienza di oggi venga chiesto, con chiaro intento intimidatorio, che la testimonianza del consigliere comunale Bertola sul 27 giugno e 3 luglio e quella sull’avvenuta perquisizione al senatore Scibona prima della penultima udienza vengano trasmesse da atti alla procura…sarà che i pm con l’elmetto vogliano denunciare anche loro per aver raccontato la verità?
Prossima udienza martedì 8 aprile con altri testimoni per i No Tav.