da TgValleSusa – Aria frizzante oggi in aula bunker dove prosegue tra difese e pm una schermaglia che si fa a tratti aspra e sfocia più volte in battibecchi tra gli scranni. Per la difesa si tratta di difendere gli spazi di obiettività sulle prove portate dalla Procura ma anche di contrastare ogni tentativo dei pm di accelerare il dibattimento. E’ già piuttosto folta, inusuale, la calendarizzazione delle udienze imposta dal tribunale. Dall’altra parte, i pm, ma in particolare uno strafottente Rinaudo, si accaniscono nel bloccare ogni eccezione, ogni obiezione delle difese con un’aggressività che a molti sembra eccessiva, talvolta quasi provocatoria nei toni, ma che forse tende indirettamente a condizionare un Presidente con poco polso, uno che sembra non avere il carattere di tenere in pugno un processo cosi ampio e complicato, che rischia di non concludere per raggiunti limiti di pensionamento.
Oggi è stata la volta al banco dei testimoni del Commissario Giorgio Sorrentino, dirigente Digos, in servizio sulla via dell’Avanà di Chiomonte solo il 27 Giugno ma coordinatore del gruppo di lavoro della Questura con i funzionari/agenti Sperati, Colaianni, Marsella e Stella che si è occupato per mesi di collezionare ed esaminare la documentazione disponibile (4300 fotografie e 66 ore complessive di filmato) al fine di identificare i manifestanti. E’ interessante apprendere la procedura seguita dal suddetto gruppo: una ricerca di materiali dalla rete (compresi siti No Tav), dalla Rai, da Mediaset, dai quotidiani e dai fotografi indipendenti, compendiata da visite alle Digos di altre città, dalle identificazioni in loco (o altrove – un bus è stato fermato in periferia di Milano) di singoli soggetti; dalla comparazione degli abiti indossati con le risultanze delle perquisizioni integrative, dalla condivisione delle immagini con tutti gli agenti Digos (conoscenza diretta). Un primo scrutinio, secondo il Sorrentino, produsse l’estrapolazione di 200 posizioni poi ridotta all’identificazione di 27 degli imputati.
Premessa la metodologia degli accertamenti, si è passati ad esaminare le identificazioni dei singoli imputati con la visione delle immagini prodotte come prove. Su questa base, e tra i battibecchi delle parti, si è protratta tutta l’udienza. Parere della difesa è che, al di là delle contestazioni sulle singole prove o immagini, queste debbano venire contestualizzate nelle tante irregolarità e arbitrarietà che hanno caratterizzato le operazioni di polizia nei giorni sotto esame. Senza contare che potrebbe essere difficile per l’accusa collegare i gesti documentati con le lesioni subite dagli agenti.Tutto si giocherà su questi tasti, se il Tribunale lo permetterà.
Nel frattempo apprendiamo che altri 11 + 3 manifestanti sono stati rinviati a giudizio per gli incidenti dell’8 Dicembre 2011 ma che la prima udienza si terrà nel gennaio 2015. Forse non a caso una data cosi lontana: l’affollamento di processi contro i No Tav farebbe comodo alla Procura per ragioni di carriera e di acquisizione risorse, come ci riferiscono alcuni osservatori dall’interno, mentre l’avvocatura torinese si lamenta che la massa degli altri processi è ferma proprio per l’intasamento dei calendari.