Che il maxi processo abbia qualcosa di surreale già solo per dove viene svolto, cioè nell’aula bunker del carcere delle Vallette, è un dato di fatto, ma ormai la gestione dell’inquisizione contro i notav ha superato il segno da molti punti vista.
L’udienza in corso è presidiata da uno schieramento di forze dell’ordine elevatissimo per far capire da subito “quanti ne siamo” come si direbbe nelle piazze di qualche paese in una rissa tra fazioni. E con questo medoto, da bulletti, i Pm e la Procura costruiscono, assecondati dalla corte, il processo a carico dei 52 notav.
-Oggi la corte doveva decidere sullo spostamento del processo al Palazzo di giustizia, e come era prevedibile, ha rifiutato l’istanza presentata dagli avvocati della difesa ( alla quale si associavano con motivazioni diverse anche quelli delle parti civili), adducendo motivi di ordine pubblico.
-La procura ha rifiutato, come di norma, comunicare alla difesa i testimoni che saranno sentiti oggi in aula. La comunicazione dei testi è co sa normale tra le parti, ma in questo caso no, e nei giorni passati la comunicazione dei Pm che era filtrata diceva”se vi comportate bene ve li diciamo”. Guardacaso oggi sarà sentito il capo della Digos Petronzi ma alla difesa non è ancora stato comunicato in questo momento.
-un altro punto rilevante riguarda l’ennesimo atto truffaldino di chi ha deciso di intraprendere una vera e propria missione contro i notav: I due Pm sono in possesso del materiale difensivo del pool di avvocati notav perchè lo hanno, consapevolmente, sequestrato durante le perquisizioni per stalking dei giorni scorsi. Fatto molto grave perchè uno dei perquisiti è un consulente dellal difesa e il pm che ha ordinato la perquisizione, sentito al telefono mentre quella era in corso, ha detto di sequestrare tutto il materiale poi si vedrà.
Si gioca sporco insomma, sulla pelle degli imputati e della Valle intera, e il gioco è palesemente truccato.