Intervista esclusiva ad un giornalista. Dopo le manifestazioni: mi mandano per farmi un’idea, poi arrivato al computer ci metto un pò del mio
CHIOMONTE (Torino)
Tra le mani stringe mezzo limone, lo ha comprato al supermercato perchè gli hanno detto che i manifestanti lo usano per proteggersi dai lacrimogeni. Tramite l’accendino inala un pò di gas, per vedere cosa si prova. “Io ci tengo alle cose che scrivo e queste sono le prove per simulare i lacrimogeni. NOn sono mai stato vicino ad una manifestazione e quindi ho bisogno di sapere qualcosa di concreto. Sono un giornalista serio”. Gli occhi sono arrossati e lacrimano. Marco B. è un ex ragazzo di 50 anni. È il giornalista che scrive senza conoscere i motivi. Perché è vero che è arrivato qui in Val di Susa per fare una scampagnata e portare a casa un articolo da vendere al Corriere della Sera, perchè Cronaca Qui non paga molto.E’ vero che ha visto i black bloc ma era quella volta che era andato per fare un servizio sui pellegrini della Sindone, e ci era rimasto male perchè erano solo preti di provincia con la tonaca. E’ tutto vero ma ammette candidamente di non sapere nulla della causa No Tav. È lì a combattere perché glielo hanno detto frettolosamente gli amici. Una causa vale l’altra. «Io – spiega – vado dove mi mandano, poi due cazzate da scrivere le mette sempre in piedi». Come se il giornalismo fosse una professione seria, lui non ci ha mai provato, anzi a volte è un modo di sfogare l’aggressività senza una ragione.
Ok abbiamo scherzato (neanche molto per la verità) perchè ci sembra il modo migliore per rispondere all’articolo del Corriere della Sera a firma di Marco Bardesono, che trovate qui, dove s’inventa di sana pianta l’intervista a Mara una black bloc che era alla manifestazione di Chiomonte. Un articolo assurdo, inventato di sana pianta per portare a casa la pagnotta e screditare i notav.
Possiamo affermarlo con certezza perchè il sig. Bardesono lo abbiamo incontrato al mattino presto all’autogrill di Rivoli, mentre si recava in Valle di Susa per la manifestazione. Uno dei nostri redattori non l’ha salutato perchè non ricordava chi fosse e lo aveva classificato come appartenente alle forze dell’ordine. Un’altro invece lo conosceva invece e ci ha scambiato due chiacchiere molto istruttive a questo punto. Ci ha raccontato di come avrebbe seguito la manifestazione: si sarebbe recato su uno dei prati della Ramat e da li avrebbe seguito (da lontano) il tutto. Ci ha spiegato che non ha senso stare lì in mezzo tanto da lì un’idea di massima se la faceva, poi con altri colleghi e due notizie dalla polizia, il quadro sarebbe diventato chiaro.
E noi possiamo confermare che non era lì dove avrebbe incontrato Mara la blackbloc, perchè è rispuntato fuori il pomeriggio a Chiomonte, mentre i notav si riposano per poi riscendere al cantiere. Dal suo punto di osservazione interviste non se ne potevano fare, e poi la disponibilità a rilasciare dichiarazioni da travisati e mentre si tenta di tirare giù le reti del cantiere vogliamo ancora vederla. Il buon Bardesono si è inventato lo scoop e qualcuno gli crederà pure, ma è una patetica balla confezionata ad arte, come altre in passato ( il soggetto non è nuovo in questa pratica) cucite da suoi colleghi anche più illustri.
Ci dichiariamo fin da ora disponibili a intervistare, mantenendo l’anonimato, un giornalista che vuole confessare perchè avvengono cose del genere.
Qui l’articolo del corriere http://www.corriere.it/cronache/15_giugno_30/mara-black-bloc-le-pietre-tav-non-so-cosa-protesto-79c46868-1efa-11e5-be56-a3991da50b56.shtml