Il rinvio a giudizio in data 29 febbraio di Mario Virano, per omissione di atti d’ufficio, è un successo per il Movimento No Tav ma è anche un atto che a distanza di 8 anni contribuisce a dare una lettura più articolata dei fatti legati alla complessa vicenda TAV in Valsusa.
A nostro avviso il comportamento di totale chiusura tenuto dall’Osservatorio sia nei confronti dei cittadini – con l’ingiustificato rifiuto a fornire la documentazione richiesta – sia nei confronti delle amministrazioni contrarie -palesato con il DPCM del 2010 che escludeva le Amministrazioni contrarie dall’Osservatorio-può aver contribuito ad aumentare la tensione ed il senso di ingiustizia che a volte si sono trasformati negli atti di protesta che così pesanti conseguenze penali e pecuniarie hanno avuto per molti cittadini ed della Valsusa e non solo.
Riteniamo che il comportamento del Presidente dell’Osservatorio abbia arrecato un notevole danno proprio allo Stato di cui egli è alto rappresentante in quanto è venuto palesemente meno ai suoi compiti che erano ben definiti all’art 2 del DPCM del 1 marzo 2006 che istituiva l’Osservatorio ovvero “l’Osservatorio è il luogo di confronto per tutti gli approfondimenti di carattere ambientale, sanitario ed economico e perseguire la precisa finalità di esaminare, valutare e rispondere alle preoccupazioni espresse dalle popolazioni della Valle di Susa” Il danno è sia istituzionale in quanto lo Stato attraverso l’operato del Presidente dell’Osservatorio è stato percepito sempre più lontano e sordo alle richieste dei cittadini in quanto non rispettava le leggi che esso stesso emanava, sia concreto in quanto la necessità di dislocare in Valsusa un apparato di FFOO di dimensioni considerevoli in conseguenza delle proteste dei cittadini ha avuto ed ha un costo notevole per lo Stato stesso.
Siamo fiduciosi nell’esito del dibattimento proprio perché esso va molto oltre il fatto specifico in quanto crediamo sia paradigmatico dei rapporti Stato/Cittadino che molte volte sono critici proprio per la cattiva gestione delle situazioni e per la non ottemperanza delle leggi proprio da parte di coloro da cui lo Stato è rappresentato. Probabilmente ci costituiremo parte civile e verrà chiesta una sanzione pecuniaria esemplare, per creare un effetto deterrente sui dipendenti pubblici che non onorano il dovere di trasparenza della cosa pubblica, e che violano il concetto basilare per cui la P.A. è al servizio del cittadino, che la controlla. Non il contrario
Concludendo non possiamo non ricordare il recente pronunciamento dell’Antitrust che ha stabilito l’incompatibilità dell’Arch. Virano con il ruolo attualmente occupato di Direttore di TELT, fatto che assommato a questo rinvio a giudizio dovrebbe far riflettere le Istituzioni sull’opportunità di dare un forte segnale di rinnovamento mediante una sua rimozione ed un totale rinnovo dei funzionari che hanno sino ad oggi gestito i rapporti tra lo Stato da una parte ed i cittadini e le amministrazioni periferiche dall’altra parte.
Alberto Veggio