Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Mattia insieme alla poesia che ha scritto per Guccio dal carcere di Alessandria.
Cari compagni,
vorrei tanto essere lì con voi, per un giorno o per un’ora soltanto, senza guardie, sbarre, giudici, occhi indiscreti e cuori grigi, abbracciarvi e finalmente piangere. Qui non ci riesco. Ho innalzato barriere alte come muri di cinta per proteggermi dalle emozioni e soffro a denti stretti in questo gioco di scatole cinesi in cui un incubo sembra racchiuderne un altro. Vorrei tanto piangere, una volta soltanto, lo giuro, e sciogliere così i sentimenti cementati in questa malta
bastarda e cattiva che mi impedisce di lasciarmi andare. Poi vorrei ricordare e lasciarmi cullare dal flusso degli aneddoti e dei racconti. Vorrei ridere. Vorrei arrabbiarmi. Vorrei consolare ed essere consolato. Mi mancate tanto in questo momento. Mi farò forza, non temete. fatevi forza anche voi. Ma non c’è bisogno che ve lo dica. Avverto questa forza infinita ogni volta che vi penso. Delle volte penso all’ultima udienza quando ad una certo punto mi sono accorto che mi fissava intensamente. i nostri sguardi si sono incrociati e allora mi ha fatto un occhiolino d’intesa. Mi piace pensare che fosse un saluto. Porterò quel saluto per sempre con me.
Cari compagni, vi mando un abbraccio fortissimo e questo saluto scritto a caldo per Guccio quando Eugenio mi ha portato la notizia.
Sempre vostro,
Mattia.
Guccio ascoltava il mare
con il coraggio degli esploratori
l’inquietudine dei marinai
beveva la vita tutta d’un fiato
e se ne ubriacava
come uno scaricatore di porto
alle prese con il suo primo amore
chissà in quale tempesta si è addentrato scrutando l’orizzonte
chissà quale sirena interiore ha cantato per lui
Ascolta il mare, Guccio
la senti la bufera che urla?
la senti l’onda che cresce?
lo senti il vento che fischia tra gli scogli?
Ascolta il mare, Guccio
ti parlerà di noi
delle nostre vite burrascose
dei nostri sogni scagliati come sassi a filo d’acqua
Ascolta le nostre storie, Guccio
raccolte in mare da pescatori di speranza
volti di pietra e cuori di diamante
Ascolta le nostre voci rapite dai venti
inseguire tesori come pirati senza tempo
Ascoltaci lottare
ascoltaci giocare
ascoltaci ridere
ascoltaci piangere
ascoltaci, e portaci con te, lontano
alla scoperta di nuovi mondi
oltre le frontiere dell’ignoto
I marinai non muoiono
i marinai viaggiano.
E noi viaggeremo al tuo fianco.
Carcere di Alessandria, 25.2.2014