La sua voce è tonante e cavernosa, egli è un baldanzoso spadaccino che combatte però più con la lingua che con la spada . E’ una caricatura degli ufficiali di quel tempo.
Si vanta spesso di titoli non posseduti, è divulgatore di gigantesche frottole con modi di dire e dizione prettamente iberiche.
Nasconde il terrore di dover affrontare una battaglia o un duello, contrariamente a quanto invece afferma di continuo a parole.
Eccolo dunque qui che torna alla ribalta delle cronache torinesi. Come una maschera di carnevale si presenta ai riflettori, pronto e pulito per riciclarsi al miglior offerente. “Distrutto” a quanto dice dalle basse vicende giudiziarie racconta dei suoi “amici” e della vita di palazzo, delle fregature e delle battaglie. Un copione già visto e rivisto dove ci aspettiamo che l’Esposito di turno si appresti sgomitando a rimettere il suo muso nella mangiatoia di denaro pubblico.