Mercoledì prossimo si svolgerà a Torino la commissione inter-governativa sulla seconda linea Torino-Lione. Un nuovo governo presieduto dal sitavissimo Conte assicura e rassicura che col TAV si andrà avanti. C’è voglia di “normalità” fanno sapere dalle parti di TELT, il promotore dell’opera. Purtroppo per loro, nonostante un weekend di scongiuri, anche quest’anno la manifestazione notav dell’8 dicembre, con oltre diecimila persone in marcia verso Venaus, ha certificato che l’anomalia Val di Susa continuerà a portare rogne ai signori della grande opera inutile per eccellenza anche nei tempi a venire.
Alla vigilia del vertice intergovernativo sono anche arrivate le dichiarazioni di Mario Virano che ancora una volta ha certificato che quanto detto nei mesi scorsi sui finanziamenti del TAV era pura propaganda. Da quanto riportato su La Stampa, l’AG di Telt, già presidente dell’imparzialissimo osservatorio sulla nuova Torino-Lione, ha affermato «credo che si possa dire che i finanziamenti siano tutti disponibili» per poi aggiungere che «si deve confermare la contribuzione europea al 55%, che la nuova commissione deve firmare». Dalle parti di TELT ci hanno abituato a tutto, però un tale sprezzo non solo del ridicolo ma anche delle più elementari regole della logica non l’avevamo mai visto. Delle due opzioni l’una: o i finanziamenti sono tutti disponibili oppure vanno confermati. Tertium non datur. Visto che La Stampa non sembra rilevare l’incongruenza rispondiamo noi alla questione: i soldi per il TAV ci sono o no?
Facciamo un passo indietro. Nella convulsa primavera scorsa, prima del ponziopilatesco voto parlamentare dei 5 stelle, quando sembrava che il progetto TAV fosse a un passo dal meritato pensionamento, dall’UE era arrivata la classica “offerta che non si poteva rifiutare”. Anonime fonti europee (sic!) assicuravano che l’UE era pronta ad aumentare la sua quota di partecipazione alla nuova Torino-Lione portandola al 50% forse addirittura 55%. Chiamparino si era affrettato a dichiarare che il costo del tav si era ormai “dimezzato” e non si poteva far altro che procedere coi cantieri. Immediatamente, il codazzo giornalistico a favore della grande opera inutile aveva ripreso le dichiarazioni dell’allora presidente della regione senza andare a interrogare chicchessia a Bruxelles. La notoria specchiata onestà dei nostri politici era bastata alla stampa, nessun bisogno di controllare oltre.
Già allora avevamo denunciato la palese manipolazione di una non-notizia, come poi chiarito anche dalla stessa presidente della Commissione trasporti dell’UE nonché dal ministro dei trasporti francesi. Ora, dopo aver sudato freddo per mesi per per paura di perdere il posto, ce lo conferma anche Virano: non esiste nessun impegno da parte dell’UE a aumentare il finanziamento della nuova Torino-Lione. Tutto quello che esiste è l’approvazione del Connecting Europe Facility (CEF2) ossia un “funding program” dell’UE destinato a tutte le infrastrutture di trasporto, digitali ed energetiche che porta effettivamente il POSSIBILE finanziamento delle infrastrutture transnazionali al 55%. Il fondo dovrà essere diviso tra un numero enorme di progetti, il TAV come tanti altri potrebbe accedervi ma niente è più incerto per il momento, come ammette oggi lo stesso Virano. In sostanza, tranquilli del fatto che la stampa italiana non avrebbe controllato, dalle parti di TELT hanno dichiarato di aver vinto dei bandi di finanziamento che erano appena stati pubblicati. La verità è che il finanziamento del TAV, tra lievitazione dei costi, fondi perduti e fondi anticipati a babbo morto, rimane un enorme punto interrogativo. Per non parlare del cronoprogramma ormai completamente sballato, nonostante le rassicurazioni di Virano.