Se qualcuno pensava di intimidire i notav ha sbagliato i calcoli. Non bastano 140 anni di condanna per toglierci la voglia e le ragioni per lottare. Questa sera in centinaia ci siamo trovati a Bussoleno davanti al negozio di Mario il barbiere, uno dei condannati del maxiprocesso, per portare solidarietà a lui e a tutti. Un momento festoso, vissuto a testa alta nonostante risarcimenti ed anni di condanna, come si fa da queste parti.
Nel giorno in cui si è consumata la vendetta di stato, capace di dare a 53 notav più anni di galera degli autori del disastro del Vajont ( ben 130 anni in più), non ci siamo accontentati di stare fermi e in corteo ci siamo diretti verso l’autostrada, attraversando il centro storico di Bussoleno.
A metà strada un ingente numero di carabinieri e poliziotti ci ha sbarrato la strada, ma non hanno fatto i conti con i notav. Mentre una parte del corteo si fronteggiava sulla statale, un’altra parte di notav, dimostrando di conoscere a fondo il proprio territorio, con un abile mossa, è salita in autostrada dai campi vicini alla statale.
Una volta bloccata l’autostrada i notav hanno lanciato dei fuochi artificiali (artifizi pirotecnici micidiali?) e il popolo notav ha esultato sulla statale.
A quel punto le forze dell’ordine si sono accorte della sorpresa e sono intervenute massicciamente, quasi tutti sono riusciti a rientrare al corteo,tranne tre notav, che fermati e portati in questura e probabilmente rilasciati a breve. (agg.00:47 denunciati per: resistenza aggravata, danneggiamento aggravato, interruzione di pubblico servizio e accensioni pericolose)
E anche oggi, nonostante la giornata pesante, andiamo a dormire consapevoli che il cammino sarà ancora lungo ma partiremo e torneremo sempre insieme.