Organizzazione sociale, solidarietà e approfondimento: così si potrebbero sintetizzare le due magnifiche serate di Chiusa S.Michele e Villardora che, a cavallo tra due magnifici cortei (Bussoleno e Torino), hanno ancora una volta confermato lo spessore umano e culturale del Movimento No Tav.
Venerdì 27 nel salone polivalente della Chiusa, presente il sindaco e tanti cittadini, giovani e operai, si è svolta la serata “In difesa del lavoro”. Tra gli intervenuti i lavoratori della Fincantieri di Sestri, che hanno raccontato come la loro protesta, per difendere un sacrosanto diritto e far marciare un progetto di futuro, li abbia costretti a occupare anche l’aeroporto. Appassionante la comunicazione dei compagni sardi, che hanno inventato all’Asinara l’isola dei cassaintegrati, per impedire lo smantellamento del settore chimico. Fondamentale il ruolo dell’informazione autogestita, da cui è anche scaturito un bellissimo romanzo-testimonianza (“Asinara revolution” di Michele Azzu e Marco Nurra, edito da Bompiani). Allucinante le sorti della deindustrializzazione criminale avvenuta ad Ivrea; tra i protagonisti ultimi del fallimento dell’Olivetti – ma guarda un po’ chi si rivede! – il signor Passera…Infine angosciante e piena di dignità la testimonianza portata da Matteo Mele, il ferroviere della Wagon Lits che era salito con i suoi compagni sul grattacielo di Torino. Tutta la sala li ha abbracciati con calore. Diversi interventi hanno poi reso vivace e partecipato il confronto sindacale e politico, che intanto avrà davanti già due importanti appuntamenti: l’11 febbraio con la FIOM a Roma; il 25 febbraio con gli amministratori la grande manifestazione No Tav da Bussoleno a Susa, di fatto nazionale, per il concorso di adesioni crescenti da ogni parte d’Italia…
Sabato 28 gennaio nel centro polivalente di Villardora, un appuntamento culturale insolito: per la regia di Lucia Falco (“Teatroinrivolta”) è andato in scena “Racconti di mezza estate”. Le attrici erano militanti del Movimento No Tav come Tiziana Pasquero, Maria Luisa Bonacina, Claudia Castagno, Maura Robba, Stefania Cappa, Giusy Mura e…Marcello Serafino. Il bravo tecnico per luci e suono è Federico Ghironi. Ma il vero suono veniva dall’anima, dall’essenziale ricostruzione di momenti magici, unici, che abbiamo vissuto insieme lassù alla Maddalena, indimenticabili. E si sentiva in sala, da silenzi e parole condivisi. L’atmosfera di fratellanza si percepiva nella gestualità controllata e liberata sul palco, con accorgimenti scenici che puntavano a isolare porzioni di esperienza, quando una preghiera o una carezza, o un albero, divenuto rifugio di meditazione e di denuncia per richiamare alla coscienza, sanno provocare mobilitazione, raccogliere forze; e allora lavare l’insalata mentre ti intossicano con le armi chimiche sfiora l’eroicità di un quotidiano sentire, che si fa appello verso l’esterno. E da ogni parte accorrono frammenti di umanità che resiste. Perchè sì, “resistere è creare e creare è resistere!”, come sollecitano i bellissimi testi, pronunciati da voci sussurrate, perchè sono i fatti a costituire il grido, che non ha bisogno di essere amplificato, perchè esprime davvero una comunità consapevole in marcia, tutto “un bosco che cammina” (per rubare l’espressione più ricca ai compagni di Bologna), con dignità, che merita rispetto e non arresti. Da ricordare, per chi non ha avuto la possibilità di partecipare, che il prossimo appuntamento sarà al “Fassino” di Avigliana (“La fabrica”), e – udite,udite – al teatro “Valle” di Roma! E poi dicano ancora che siamo “nimby”! – gigi richetto