di Laura Puppato – Senatrice Partito democratico
Ciò che non abbiamo mai voluto ammettere, continuando ad ascoltare dichiarazioni e leggere articoli in cui il ministro Lupi e altri esponenti politici asserivano convinti che la Tav Torino-Lione era “cosa fatta” e necessaria ora e subito, è stato invece messo nero su bianco dal governo francese.
Lo stavamo dicendo da tempo, senza palla magica, solo con la lettura della documentazione tecnica ed economica, solo con l’analisi della realtà dei nostri rispettivi paesi, solo con il buon senso di chi mettendo in fila le cose comprendeva che non poteva essere questa un’opera prioritaria. Non in questo momento.
Lo abbiamo detto pacatamente, spiegando perché. Siamo stati tacciati di eversione, assimilati con disprezzo ai “No Tav”, contro lo sviluppo e per il “no” a prescindere. Solo perché non abbiamo perso il vizio di leggere le carte, studiare i fatti, andare fisicamente a vedere i luoghi, confrontarci con tecnici e amministratori. Insomma verificare prima di assumere una decisione.
Dal 1988 quella tratta è in progressiva e costante riduzione di traffico merci e passeggeri, il progetto non era neppure esecutivo, i costi stratosferici e i danni paesaggistici immensi senza che vi fosse uno straccio di ragione per scegliere di devastare invece che di implementare l’esistente.
Il corridoio 5 come corridoio est-ovest appunto, era stato interrotto e contestato dall’estremo est all’estremo ovest e ormai tutti, compreso il commissario Mainardi della Tav Trieste-Venezia, affermavano come voce nel deserto, che non ci si può permettere una spesa di decine di miliardi di euro in assenza di prospettive vere di collegamento e di traffico con gli altri Paesi Eu. Non senza prima operare su miglioramento ed ampliamento delle reti esistenti con costi infinitamente inferiori e vantaggi immediati sulla velocità di trasporti merci e passeggeri.
Non solo la Ue non considerava più – per le medesime ragioni – opera strategica questa Torino-Lione come la Venezia-Trieste ma invitava, implicitamente e attraverso il diverso accasamento dei finanziamenti, a concentrare le risorse sulle tratte sud-nord da porto a porto, come tutte le previsioni sul traffico indicano. Brennero, Tarvisio, San Gottardo sono i valichi interessati dalle tratte in crescita e su queste si deve concentrare l’investimento per l’alta capacità ferroviaria.
La domanda è: quando finiremo d’essere il paese della Santa Inquisizione che si è rifiutata di guardare dentro il cannocchiale di Galileo e così ha respinto l’idea che il mondo fosse una sfera?
Quando guarderemo con gli occhi dell’obiettività ciò che accade intorno a noi e faremo le scelte conseguenti ammettendo d’avere sbagliato quando si è sbagliato e non incaponendoci sull’irragionevole? O forse, meglio, quando smetteremo di anteporre gli interessi di pochi all’interesse di tutti?
Non è bastata la Corte dei Conti Francese che a Novembre 2012 negasse giustificazione a quell’opera. La politica rappresentata da Monti si è affrettata in quel momento a ri-garantire che la Francia sarebbe andata avanti “come un treno”. Appunto.
Nota positiva immediata è che le risorse pari a 2mld e 250milioni di euro stabilite nella manovra del dicembre 2012 con il ddl “Stabilità”, spalmate su 15 anni, verranno investite altrove ed io suggerisco sul miglioramento delle tratte ferroviarie esistenti in particolare sulle tratte regionali, sulla metropolitana di superficie, sui colli di bottiglia che impediscono di viaggiare con orari garantiti, insomma una serie di piccole e medie opere pubbliche, invece che una grande opera inutile, spalmate sull’intero territorio nazionale che offriranno lavoro e dunque occupazione e prospettive all’intero paese. Migliorando la mobilità si compete e si risparmia sui costi delle famiglie e delle imprese.
Ancora, come già chiesto con intervento in parlamento solo all’inizio di questo mese di giugno 2013, reinseriamo i 10 miliardi di euro indicati, per scelta del ministro Lupi, nel dL emergenze a favore delle opere complementari della Tav Val di Susa, nel corretto alveo dei fondi per le vere emergenze ovvero i terremotati dell’Emilia e dell’Aquila, correggendo un obbrobrio frutto della sola necessità di imporre, con la forza del potere, un punto a favore della Tav su un tema contrastato.
Insomma oggi è un buon giorno, per dire “basta” alle prese di posizione frutto di faziosità e populismo riprendiamoci il dovere di pianificazione indicando le priorità con serietà e congruità economica nelle scelte per il paese.