Quando si parla del grande buco, si sa, tutto è concesso ai nostrani professionisti dell’informazione. Manipolazioni, dati falsi, omissioni, cattiva fede, pure e semplici menzogne si mischiano da sempre con più o meno consapevolezza nel grande calderone dell’informazione sitav. Quello che abbiamo visto, però, ieri su La Stampa tocca davvero vette inaudite o meglio… raschia il fondo fino a dove non credevamo fosse possibile arrivare.
Il pretesto è la visita di papa Francesco ai dipendenti delle Ferrovie dello Stato in cui avrebbe avuto luogo il miracolo della transustanziazione del corpo del santo padre in quello della madamina. La stampa annuncia la lieta novella con toni giubilatori: Papa Francesco Sì Tav: “Un’opera strategica per migliaia di passeggeri”.
Ma come sanno un po tutti il diavolo fa le pentole ma non il coperchio. L’osservatore romano ha pubblicato la trascrizione integrale del discorso papale in cui si apprendono diverse cose interessanti e imbarazzanti per la redazione de La Stampa.
Innanzitutto ci sono delle palesi falsità nei virgolettati riportati dal quotidiano torinese. “Voi festeggiate quest’anno il primo decennio dell’Alta Velocità, un’opera pubblica di importanza strategica…” nell’articolo (non firmato) della Busiarda, diventa un assertivo “L’Alta Velocità è un’opera pubblica di importanza strategica” grazie all’aggiunta in scioltezza del verbo essere.
A leggere poi il discorso ci si rende conto che il papa non si riferisce affatto alla nuova Torino-Lione ma all’alta velocità in generale. Anche su questo ci sarebbe molto da dire, ma comunque è palese che il tunnel transfrontaliero è escluso esplicitamente dalle parole di Bergoglio che parla di “collegamento essenziale lungo gli assi principali del Paese”. Cosa c’entra Lione?
Addentrandoci nel discorso del papa poi si può poi fugare ogni dubbio sul fatto che si parli di TAV. Il papa chiede che il “trasporto ferroviario diventi anche sempre più sostenibile, sia perché economico per il mondo delle imprese e per i singoli cittadini, sia perché rispettoso del territorio che attraversa e delle comunità che coinvolge. Sostenibile poi dal punto di vista ambientale, aspetto al quale già dedicate molto impegno, per far sì che l’impatto sia il più contenuto possibile, e le emissioni di anidride carbonica, così insidiose per l’ecosistema e per i suoi equilibri, siano ridotte al massimo”. Su quanto sia stato rispettoso il TAV delle comunità della Val Susa non crediamo ci sia molto da esplicitare. Un’opera fatta coi carri armati per cui prima di cominciare gli scavi preparatori si è dovuto buttare in carcere e portare a processo migliaia di valsusini e per cui ancora oggi un’intera vallata è militarizzata come una zona di guerra per impedire contestazioni. Anche sulla sostenibilità ambientale non c’è molto da dire. Del progetto TAV non resta ormai che un gigantesco cantiere che emetterà 1 milione di tonnellate di CO2 l’anno, liberando in più amianto e uranio, finalizzato a costruire un un tunnel transalpino che scorrerà parallelo a quella già esistente (e sottoutilizzato), il tutto in nome del Progresso e della Crescita infinita.
Insomma ancora una volta, la Busiarda, che figura