da infoaut.org – Da quando è nata la linea ad alta velocità Torino-Milano abbiamo sempre e solo sentito dichiarazioni che passavano da affermazioni tipo: “sarà la svolta”, “a cifre irrisorie potremo spostarci da una città all’altra in brevissimo tempo”, ecc.
Ma quanto costa oggi viaggiare da Torino a Milano?
La notizia è di ieri, giornata in cui sono entrati in vigore i nuovi prezzi degli abbonamenti per le tratte nazionali. Il rincaro del 35% ha portato il classico abbonamento dei pendolari che ogni giorno viaggiano da Torino a Milano alla modica cifra di 459 euro. Che in una città come il capoluogo piemontese equivale all’affitto di un bilocale nel centro.
Senza alcun tipo di vergogna l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato ha dichiarato: “Sottolineo che i prezzi degli abbonamenti sono ancora molto bassi”. Non sembrano della stessa idea i consumatori che immediatamente sono intervenuti tirando in ballo la Regione Piemonte perché si opponga a tale rincaro o che alla peggio intervenga economicamente per aiutare i pendolari.
Come potevamo tranquillamente aspettarci, Sergio Chiamparino, presidente della regione Piemonte, non ha perso tempo e da buon politico che della retorica e dei giochetti da buon democratico ne ha fatto il suo mestiere, ha preso subito le difese dei pendolari, dichiarando di sostenerli in tutta la loro battaglia.
Ed è su questo punto che concentriamo la nostra attenzione. Un Chiamparino in grande spolvero che come un buon difensore ha dichiarato immediatamente che la Regione non è assolutamente in grado di poter sostenere economicamente i pendolari.
Ecco che il gioco della retorica ci appare così scontato quanto lampante.
E’ solito il gioco dei buoni e dei cattivi. Far andare giù ai lavoratori che si trovano costretti a riporre 119 euro in più al mese del loro stipendio nelle casse di Trenitalia non è di certo una cosa semplice. Per cui perché non farla apparire come “la grande battaglia dei pendolari con a fianco il buon presidente della regione”? Un gioco che per alcuni potrebbe sembrare un complotto, ma di certo i nostri politici sono soliti a commettere tali azioni, per cui non staremo qui a stupirci di tali mosse becere un’altra volta.
Rimaniamo in attesa di nuovi sviluppi, consapevoli che l’aumento del biglietto è la paga dovuta alla lobby del Tav e che il nostro pensiero va anche alle altre centinaia di lavoratori che ogni giorno usano i treni regionali nel totale abbandono.