La Questura di Torino sta tentando in tutti i modi di sviare dalle proprie responsabilità nel ferimento di Giovanna. Ogni ora apprendiamo a mezzo stampa una nuova ricostruzione più sbilenca della precedente.
La tesi cardine della polizia è che Giovanna avrebbe dichiarato in ospedale di essere stata colpita da un corpo contundente quindi non potrebbe essere stata ferita da un lacrimogeno. Questo è totalmente falso, Giovanna non ha mai dichiarato una cosa del genere, diverso sarebbe dire che sulla cartella clinica risulta diagnosticato un trauma cranico da corpo contundente. Questa è la prassi con cui viene catalogata qualsiasi ferita di questo genere dai medici di pronto soccorso, che sia stato generata da un lacrimogeno, da un bastone o da qualsiasi altro oggetto. Questi non hanno né le competenze, né il ruolo di determinare quale tipo di corpo abbia causato il trauma. Gli unici che potrebbero determinarlo sono i medici legali. A quanto ci risulta Giovanna non è stata visitata da nessun medico legale fino ad oggi.
Ancora secondo le ricostruzioni dei giornali la questura avrebbe affermato che le alte recinzioni installate nell’area cantierizzata impedirebbero lanci ad altezza uomo e che dunque sarebbero state rispettate le procedure con lanci a parabola. Anche qui si tratta di una palese menzogna, infatti nei video forniti dalla stessa questura ai giornali si può notare come la polizia fosse posizionata al di fuori dall’area dove sono state installate le recinzioni.
Sarebbe bastato ai giornalisti contattare un medico qualsiasi di pronto soccorso o guardare i video della serata per rendersi conto di quanto la ricostruzione sia traballante. Ma, ormai lo sappiamo bene, la maggioranza dei media mainstream si bevono come acqua fresca le veline della polizia torinese.