Nostalgia…nostalgia canaglia, è questo il motivetto che risuona nella mente del super procuratore Caselli mentre firma gli arresti notav. Ci sono tutte le figure dei suoi incubi: lotta armatisti, antagonisti, anarchici e qualcun altro che lui equipara a teppista. Un quadretto niente male che gli permette di dire in conferenza stampa che questa non è un’operazione contro il dissenso e per carità “abbiamo solo colpito episodi singoli”.
La realtà è un’altra e dista anni luce da questo quadretto, che ancora una volta, dimostra la non comprensione (politica e sociale) delle forze dell’ordine, della magistratura e della casta.
Il movimento notav è un qualcosa di ben più complesso; è un movimento popolare che non abbassa la testa, che non riconosce la democrazia di palazzo, che fa della contro cooperazione un suo punto di forza, che non accetta le divisioni tra “ale” o buoni e cattivi. E’ un movimento che lotta e resiste ed e’ questo che non va giù a chi rappresenta il potere.
E’ un movimento che non si arrende e che ha dimostrato nel tempo, come la scelta di opporsi ad un progetto più grande di se stesso, sia la scelta giusta, programmatica, costituente e vincente.
La Val Susa non ha paura, la Val Susa fa paura questa è la verità. Fa paura al potere costituito pensare che visto l’esempio notav, potrebbero sorgere centinaia di Libere Repubbliche; decine di movimenti che lottano per interessi collettivi partendo dalle proprie specificità, facendo a meno delle mediazioni al ribasso, scegliendosi il proprio futuro.
Questo fa paura, e in qualche modo il “sistema della crisi” deve fare le sue mosse. Il cantiere arranca, il sito strategico è una boutade, i muri e il filo spinato servono solo a mostrare i muscoli e allora eccola qui la soluzione: dimostriamo che il movimento è sotto ostaggio dei soliti ribelli, provenienti da tutta Italia, così fiaccheremo i notav e dimostreremo a tutti che esistono “due piazze”.
Ci spiace, ma anche questa volta, il piano è fallito e sebbene l’impatto, il movimento sta in piedi e marcia per la sua strada, non lasciando mai indietro nessuno.
Gli arrestati e le arrestate sono no tav, patrimonio della lotta, compagni di viaggio nei sentieri della Valle.
E non bastano trenta arresti, non bastano possiamo giurarci.
La lotta notav è un simbolo e un patrimonio di quanti credono che nella lotta vi sia la strada per la libertà, che parla lo stesso linguaggio nostro, di Giorgio, Luca, Jacopo e tutti gli altri arrestati/e che vogliamo liberi, liberi subito, perché partiamo tutti assieme e torniamo tutti assieme.
Network Antagonista Torinese
Centro Sociale Askatasuna – Collettivo Universitario Autonomo – Centro Sociale Murazzi – Kollettivo Studenti Autorganizzati.