Questa mattina la procura di Torino ha colpito il movimento NO TAV con arresti domiciliari, provvedimenti cautelari ed obblighi di dimora (con divieto di permanenza a Torino) per l’occupazione della Geovalsusa, una delle ditte implicate negli appalti del Tav, avvenuta in agosto a Torino, per denunciare e contestare la complicità dell’impresa con la depredazione e militarizzazione del territorio valsusino.
Nel corso dell’operazione è avvenuta anche una perquisizione ad un NOTAV Bruzolo. I capi d’imputazione sono violenza, minacce, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, accensione ed esplosione pericolose.
Per un’azione simbolica vengono arrestate 19 persone, la maggior parte delle quali sono studenti e giovani: si cerca ancora, dopo gli arresti avvenuti per la manifestazione del 14 novembre, di intimidire i giovani studenti in mobilitazione contro i tagli e l’austerity, contro la crisi e le sue opere inutili.
Il governo Monti continua a tagliare le borse di studio e il diritto allo studio, ma spreca soldi per una grande opera, che invece potrebbe e dovrebbe essere rovesciata, per investire i pochi denari delle casse pubbliche per finanziare welfare, redditi e diritti.
Quest’operazione di polizia arriva fra l’altro, dopo lo sciopero europeo del 14 novembre, a pochi giorni dall’iniziativa del movimento No Tav a Lione ed a una settimana dalla mobilitazione studentesca del 6 dicembre. Il tentativo di reprimere (anche preventivamente) qualsiasi forma di dissenso è evidente.
Solidarietà a tutti i NOTAV ed al Collettivo di Scienze Politiche di Torino (di cui fa parte una delle ragazze arrestate).