da Spinta dal Bass – Ogni volta che si parla di compensazioni è necessaria una premessa: far passare la messa in sicurezza di una scuola o la costruzione di argini e paravalanghe come una compensazione per i problemi causati da una grande opera è operazione indegna.
Fatta questa premessa e sorvolando su quei personaggi, politici locali di secondo piano, che sui soldi delle compensazioni contano per ritagliarsi un loro posto al sole, vorremmo raccontarvi l’ennesimo episodio della saga delle compensazioni.
Ad Agosto 2015 si sollevò un vero polverone, il Cipe approvando il progetto definitivo della tratta transfrontaliera del Tav aveva abbassato la percentuale delle compensazioni, dal 5% al 2% del costo totale dei lavori. L’importo stanziato per le compensazioni passava da 112 milioni di euro a poco più di 40. Apriti cielo. Il senatore Esposito si stracciò pubblicamente le vesti gridando al complotto e accusando i burocrati del Ministero dell’Ambiente e di quello delle Finanze; a suo dire proprio nei ministeri si annidavano i veri nemici del Tav. Alla fine di quell’Agosto 2015 il ministro Delrio rassicurò il senatore: “per le opere di compensazione l’entità dei contributi rimane quella prevista già in origine”, ovvero 112 milioni di euro, il 5% del totale.
Queste le puntate precedenti, ma oggi un nuovo colpo di scena. Pochi giorni fa sulla Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata la Delibera Cipe 62/2016 dal titolo “Nuova linea ferroviaria Torino-Lione: Opere e misure compensative […]”, firmata dal ministro dell’economia Padoan. Questa delibera decreta che i costi complessivi delle “opere e misure compensative dell’impatto territoriale e sociale e di mitigazione dell’impatto ambientale […] dovranno essere contenuti entro il 2% del limite di spesa dell’opera”. Conferma dunque il taglio effettuato ad Agosto 2015, nonostante le lagnanze di Esposito e i proclami di Delrio.
Esposito commenta così:
Forse ce l’ha con Padoan, sarà lui, cha ha firmato la delibera, il vero no tav?
Attendiamo le reazioni di quei personaggi che aspettano che dalla tavola imbandita del Tav cadano le briciole delle compensazioni. Non tarderanno. E monteranno un po’ di gazzarra, come fecero ad Agosto 2015, per chiedere più soldi, chissà perché non mettono lo stesso impegno per richiedere fondi per la ricostruzione dei luoghi colpiti dal terremoto, per le bonifiche dei territori inquinati, per la sicurezza idrogeologica?
In ogni caso se ci sono meno soldi per le compensazioni e la controparte è in difficoltà, noi non possiamo che essere contenti…e ci vediamo il 22 maggio a Torino