Gli sciacalli si muovono solitamente in branco. Tra loro ci sono i piu’ forti e i pui’ deboli, i coraggiosi e gli infidi. Nel caso in questione ci occupiamo di uno sciacallo particolare, quello che vive sulle spalle del branco: Meo Ponte. Uno che grazie allo stipendio di Repubblica ha preso la vita come un gioco e un allegro divertimento (solo in Iraq ha preso un po’ di paura). Allora avanti a fantasticare sulla ritualità dello spettacolo con un tono poco serio e molto dileggevole, poi ogni tanto dipingendo scenari apocalittici tra supposti black bloc e “anarco insurrezionalisti sfascia tutto” alieni che calano in Val Susa ogni qual volta fanno comodo per poi tornare nei loro covi. Questo sciacallo sperava forse nella finzione trita e ritrita del teatrino della politica, sperava forse con 56 arresti e centinaia di processi piegassero i l’opposizione alla tav? Centinaia e centinaia di feriti da una parte e dall’altra volenti o nolenti sono lì a dimostrarlo che qui non è un gioco.
Il governo Monti va avanti, il movimento resiste.
La casta dei politicanti chiede lo sgombero del campeggio, auguri. Solo una nobile firma come Paolo Griseri, che dalla casta politica ne ha fatto stipendio, prima criticandola dalle pagine del Manifesto e poi coccolandola da quelle di Repubblica, può esultare per i commenti domenicali di tre politici post pranzo.
Tempi bui avanzano, il 2013 è un anno foriero di novità, tra crisi ed elezioni il gioco si farà ancora piu’ duro.