E’ arrivato il turno della magistratura nel difendere la lobby del Tav che si appresta a voler aprire il processo per la costruzione della Baita Clarea (con il reato di costruzione abusiva…). Già le denunce per la costruzione rasentavano il ridicolo, contando lo stato dei processi in Italia per lo stesso reato (eco mostri e quant’altro), ecco che per i notav i tempi diventano celeri(ni) e si arriva già al processo voluto dal Pm Ferrando. Sono 22 i notav indagati, compreso Beppe Grillo che venne in Clarea poco più di un anno fa e si fece riprendere all’interno della costruzione. Per la Procura di Torino il processo per la costruzione abusiva della baita Clarea dovrebbe andare in scena nel Palazzo di giustizia di Torino e non dal Tribunale di Susa, che sarebbe la sede naturale con la motivazione espressa per cui l’edificio di Susa non è adeguato a ricevere tanti imputati e il prevedibile afflusso di pubblico. Il pm Giuseppe Ferrando non ha ancora provveduto formalmente a citare in giudizio le 22 persone interessate perché attende di conoscere quale sarà la sede del dibattimento, fanno sapere dalla Procura. Intanto gli avvocati del movimento notav si sono opposti secondo perchè il trasferimento verte “sulla mancanza dei presupposti, in primo luogo formali, all’applicazione dell’art. 48 quinquies 1° comma dell’Ordinamento Giudiziario. In parole povere il predetto comma può eventualmente essere applicato, sempre ricorrendo i presupposti di merito, solo dopo la citazione a giudizio e non prima. Ulteriore opposizione si basa sulla circostanza che altri procedimenti soggetti alla richiesta di trasferimento da Susa a Torino, e per i quali non vi è stato il parere conforme anche degli indagati, si stanno celebrando a Susa. Per non parlare dei vizi di notifica del provvedimento di fissazione di udienza di ieri.L’opposizione si basa anche sull’articolo 25 comma 1° della Costituzione (Nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge.Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso. Nessuno può essere sottoposto a misure di sicurezza se non nei casi previsti dalla legge.)”
Apettando la decisione del presidente del tribunale, come sempre nei casi degli attacchi al movimento notav le accuse sono infondate, e anche la loro formulazione è fatta grossolanamente, ma si sà, contro i notav se ne provano di tutti i colori.