Il lungo corteo, formato da attivisti e semplici cittadini di ogni età, è stato arricchito dalla presenza delle donne e dei bambini di Niscemi che per testimoniare la necessità comune che la Sicilia non sia più considerata terra di conquista dagli americani, hanno indossato, dipingendoli sul viso, i colori degli indiani d’America, trucidati e costretti ad abbandonare le loro terre e ridotti a vivere dentro riserve-ghetto: “gli Americani devono smettere di buttare fuori gli indiani dalle loro terre”, ha gridato forte un’ attivista fra gli applausi di tutti i presenti.
Al corteo hanno preso parte anche rappresentanti del Movimento 5 Stelle che, meno di una settimana fa, si sono recati all’interno della base per una visita ispettiva, durante la quale hanno potuto appurare lo stato dei lavori intorno e sul Muos. Hanno sfilato anche i rappresentati di associazioni e movimenti provenienti da Lampedusa, diventata un brulicare di basi militari più che di extra comunitari, rappresentanti dei No Terna della Valle del Mela, provenienti da Messina ed una delegazione di No Tav, provenienti dalla Val di Susa.
Fra loro Guido Fissore ed Emilio Scalzo, attivisti ben noti in valle, i quali, hanno messo in risalto l’efficacia delle pressioni esercitate dalla lotta attiva: ”se non ci fossero state le vostre lotte oggi non credo festeggeremmo questo risultato – ha detto Guido Fissore – questo conferma che le lotte pagano.” Più esplicito e dirompente l’intervento di Scalzo il quale senza mezzi termini ha quasi gridato: ”Questi guerrafondai di americani devono andarsene!” Quindi, salutando le mamme, ha chiuso il suo intervento dicendo: “Onore alle mamme No Muos, perché sono ancora una fiammella di speranza per questo paese.
Grandi applausi per gli intervenuti, quasi un ovazione per Massimo Coraddu, uno degli autori, col prof Massimo Zucchetti, dei primi studi sul Muos e fra i partecipanti a quei Tavoli tecnici che hanno prodotto studi importantissimi, aventi come oggetto la ricaduta degli effetti delle onde elettromagnetiche, sull’uomo e sull’ambiente.
Presenti ancora, l’Amministrazione comunale di Niscemi ed una delegazione di sindaci siciliani, capitanati dal presidente e dal vicepresidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando. La loro presenza è stata voluta e curata da Filippa Martines, già Presidente del Consiglio comunale di Mirabella Imbaccari, comune fra i più sensibili e presenti nella lotta al Muos e fortemente richiesta dal Comitato delle Mamme e dagli attivisti del Movimento No Muos Sicilia.
Una manifestazione molto bella, dunque, partecipata e colorata, una festa a 360° come l’hanno definita in molti, un corteo ordinato e festante che ha visto la sua espressione più significativa nel gruppo di bambini delle scuole elementari di Niscemi, che hanno aperto il corteo e che ordinati e guidati da una giovane attivista, hanno regalato alla manifestazione un sapore di freschezza e di autenticità, assolutamente in tono col risvegliarsi della natura perfino sotto le antenne del Muos.
Un folto gruppo di bambini apriva il corteo, abbiamo detto ma sette di loro, in primissima fila, recavano sul petto un cartoncino con sette lettere diverse dell’alfabeto e tutte insieme, lanciavano un messaggio inequivocabile: “A B U S I V O” .
ABUSIVO come il Muos, dichiarato tale dalla sentenza del TAR Sicilia del 13 febbraio scorso; ABUSIVO come il diritto che gli U.S.A. hanno deciso di esercitare in Sicilia, trasformando l’isola in una portaerei, rendendola mezzo di distruzione e obiettivo militare; ABUSIVO come il diritto che la Difesa Italiana si è arrogata, di non ostacolare in alcun modo, anzi agevolando e difendendo le mire strategiche di una nazione straniera, “ospite sgradito” su un territorio come quello siciliano, che vanta tradizioni di pace e di cultura uniche al mondo; ABUSIVO come il tentativo di prevaricare la sovranità popolare dei niscemesi ed il loro diritto alla salute e ad una vita serena, vissuta senza lo spettro di droni micidiali o di onde elettromagnetiche in agguato contro la salute dei loro figli. A testimonianza di ciò, ancora una volta, la presenza del monaco buddista Morishita e della sua preghiera della pace, intonata dal monaco giapponese, sul suono prodotto dal suo tamburello.
Il monaco Morishita, simbolo della lotta contro le testate nucleari di Comiso, vissuta in quella città trent’anni fa, vive nella “pagoda della pace”, l’unica delle 82 istituite dal suo ordine monastico nel mondo, a rappresentare fedelmente la pagoda del Mahatma Ghandi e che, non a caso, è stata costruita proprio in Sicilia.