Si chiamano atti dovuti, operazioni di circostanza, giretto per pulirsi la coscienza. Tradurremmo così lo spot che la DIA, Direzione Nazionale Antimafia , ha effettuato ieri al cantiere della Maddaalena. “Gli agenti hanno controllato l’area degli scavi per escludere il rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata tra le imprese e le persone che lavorano e hanno lavorato per la linea Torino-Lione in Val Susa. ” Non hanno avvistato nessuno con la coppola, nessuna lupara, nessun poster di Totò Riina, quindi tutto escluso.
Parlando seriamente invece, continuiamo a ribadire che l’affare Tav non solo è puntellato di illegalità più o meno palese ( le reti abusive e l’operazione hunter per citarne solo due), ma è il risultato di un sistema intero che funziona, magari utilizzando norme del codice civile e penale, sulla truffa. Provate ad ingare lì.