Mario Di Vito – E Il mensile – Giro di vite sui No Tav. Mentre ci si prepara agli espropri nella zona di Chiomonte, infatti, nella commissione Giustizia della Camera ecco che appare un testo, proposto da Manlio Contento (Pdl), che prevede pene pesantissime (addirittura, da uno a cinque anni) per chiunque “impedisca od ostacoli la libera circolazione di persone e merci, occupando strade ferrate, ordinarie o austrade, con qualsiasi mezzo, impedendo la libera circolazione dei mezzi di trasporto”. Parole che sembrano qualcosa più che un’allusione a quanto sta accadendo in Val di Susa, con continui blocchi sull’autostrada e proteste che vanno avanti, a fasi alterne, da anni ormai.
Intanto, nella serata di ieri, a Bussoleno è andata in scena un’assemblea del movimento No Tav con oggetto le iniziative da prendere per resistere agli espropri che dovrebbero cominciare mercoledì 11 aprile. In centinaia hanno partecipato all’incontro e gli appuntamenti programmati sono due: una fiaccolata da Giaglione al cantiere per la serata del 10 e una non meglio specificata protesta che proprio l’11 aprile si svolgerà sui terreni soggetti a esproprio, con i sindacati di base che hanno proclamato uno sciopero in modo da permettere che i lavoratori prendano parte alla protesta.
Il clima è caldissimo in Val di Susa, la sensazione è di star arrivando a uno snodo cruciale della vicenda Alta Velocità, con il governo e le varie amministrazioni favorevoli che spingono forte per risolvere la questione il più velocemente possibile. Anche se, da qualche giorno, è venuta a mancare la scusa che “lo vuole l’Europa”, visto che il Portogallo ha annunciato chiaro e tondo la sua intenzione di non completare il suo pezzo di Tav che dovrebbe collegare Lisbona a Kiev (il famigerato Corridoio 5, padre della Tav italo-francese), una decisione che è arrivata sia dopo che il governo si è deciso a dare un’occhiata ai conti pubblici del paese, sia dopo aver riscontrato gravi irregolarità nella gestione degli appalti, problemi che, tristemente, suonano come un ritornello già sentito più volte anche in Italia. A questo punto viene naturale chiedersi quale sia il nuovo progetto europeo per l’Alta Velocità, considerando che la Lisbona-Kiev dovrà essere fatta senza Lisbona e che ancora non vi è una data certa sull’inizio (tanto meno sulla conclusione) dei lavori. La sensazione è sempre la stessa: messe da parte le istanze ambientali e paesaggistiche, rimangono forti dubbi sull’utilità economica dell’opera e, soprattutto, sull’uso che si sta facendo di soldi pubblici.